PROCESSO DI PERUGIA

Meredith, Cassazione: forse morta in gioco hard

"In Appello - si legge nelle motivazione della Suprema Corte, che ha annullato l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito - sono stati sottovalutati alcuni indizi emersi sui due imputati"

19 Giu 2013 - 10:39
Meredith Kercher © Dal Web

Meredith Kercher © Dal Web

In Appello sono stati sottovalutati alcuni indizi emersi su Amanda Knox e Raffaele Sollecito, i due imputati nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel novembre 2007. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni del verdetto che lo scorso 25 marzo ha annullato le assoluzioni ai due. I giudici parlano inoltre della possibilità che dietro la morte della giovane vi sia un gioco erotico finito male.

Un gioco hard finito in tragedia è dunque una delle ipotesi sulle quali la Cassazione ha ordinato una nuova valutazione alla Corte di Assise d'Appello di Firenze. Ad avviso della Suprema Corte, l'appello bis dovrà servire "non solo a dimostrare la presenza dei due imputati nel locus commissi delicti, ma ad eventualmente delineare la posizione soggettiva dei concorrenti del Guedè, a fronte del ventaglio di situazioni ipotizzabili, che vanno dall'accordo genetico sull'opzione di morte, alla modifica di un programma che contemplava inizialmente solo il coinvolgimento della giovane inglese in un gioco sessuale non condiviso, alla esclusiva forzatura ad un gioco erotico spinto di gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo".

Nello spiegare il motivo dell'annullamento delle assoluzioni per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, la Suprema Corte sottolinea, in particolare, "molteplici profili di manchevolezze, contraddittorietà ed illogicità manifesta" della sentenza d'Appello". "Il giudice del rinvio dovrà porre rimedio - si legge poi nelle motivazioni, estese in 74 pagine - nella sua più ampia facoltà di valutazione, agli aspetti di criticità argomentativa, operando un esame globale e unitario degli indizi, attraverso il quale dovrà essere accertato se la relativa ambiguità di ciascun elemento probatorio possa risolversi, poiché nella valutazione complessiva, ciascun indizio si somma e si integra con gli altri".

"La Knox, seppure molto giovane, era ragazza matura, con un livello culturale adeguato, nata e vissuta in uno Stato la cui legislazione non consente di accusare gratuitamente una persona, pur di liberare se stesso da una situazione imbarazzante", sottolinea ancora la Cassazione. Secondo la Suprema Corte, il giudice dell'Appello bis dovrà valutare con una maggiore severità anche la calunnia rivolta da Knox al "povero" - così lo definisce la Cassazione - Patrick Lumumba, ingiustamente accusato dalla studentessa americana di essere implicato nell'uccisione della vittima sua coinquilina.

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