Le vittime facevano parte di due diverse cordate. Stamani la tragedia dei primi tre escursionisti, due di Parma e uno di Novara. Nel primo pomeriggio il secondo incidente
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Due tragedie in poche ore hanno portato alla morte di sei alpinisti sul Gran Zebrù, nel gruppo dell'Ortles, in Alto Adige. Questa mattina tre escursionisti (Daniele Andorno, 45 anni, Matteo Miari, 22, Michele Calestani, 43), due di Parma e uno di Novara, hanno perso la vita, precipitando a quota 3.200 metri. Nella stessa zona, nel primo pomeriggio, il soccorso alpino ha recuperato altri tre corpi, risultati di tre escursionisti altoatesini.
Il primo incidente intorno alle 8.30 - Il primo gruppo di alpinisti era partito alle 4 del mattino dal rifugio Pizzinini per raggiungere la vetta e procedevano in cordata, come raccontano i carabinieri. I loro corpi sono stati recuperati dagli uomini del Soccorso alpino di Solda, arrivati in elicottero. Molto probabilmente gli alpinisti sono stati traditi dal ghiaccio, che ha ceduto all'improvviso. L'incidente si è verificato alle 8.30, a 350 metri dalla vetta. Sono precipitati insieme per 500 metri.
Le loro salme sono state quindi trasportate nella camera mortuario a Solda, dove sono attesi i parenti. I carabinieri stanno indagando per stabilire l'esatta dinamica di una delle peggiore tragedie di quest'estate in Alto Adige.
Nel primo pomeriggio il secondo incidente - A dare l'allarme per il secondo gruppo di alpinisti è stato verso le ore 14 il gestore del rifugio Casati (3269m), non vedendo rientrare i tre escursionisti, partiti la mattina per affrontare la scalata. Poi la triste scoperta dei soccorritori. A distanza di 50 metri dal posto in cui si era verificata la prima tragedia sono stati trovati i corpi di due fratelli, Matthias e Jan Holzmann, 26 e 30 anni, di Vipiteno e Racines, e Wolfgang Genta, 32 anni, di Magrè, in Bassa Atesina.
Nel 1997, sette morti nello stesso giorno sul Gran Zebrù - Con i sei morti di oggi sul Gran Zebrù, nello stesso giorno e nel giro di poche ore, torna alla memoria la tragedia del 5 agosto 1997 quando sulla stessa montagna morirono sette persone. Quel giorno i primi a morire furono quattro escursionisti di Reggio Emilia e qualche ora dopo una guida alpina venostana e due turisti tedeschi.