Venezia, l'ex ballerina polacca era stata condannata nel '93 a 21 anni e 6 mesi quale mandante dell'omicidio dell'amante, l'industriale Carlo Mazza. "E' finito un incubo", dice la donna
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Dalla mezzanotte è una donna libera, Katharina Miroslawa, l'ex ballerina polacca condannata nel '93 a 21 anni e 6 mesi quale mandante dell'omicidio dell'amante, l'industriale Carlo Mazza. "E' la fine di un incubo - afferma da Venezia -. Sono ancora qui perché devo fare un sacco di cose prima di partire per l'Austria". Una partenza, dice, "prevista a giorni, al più presto". "Devo sistemare tutto - spiega - a cominciare dai miei libri. Mi sento frastornata".
La donna, dopo 7 anni di latitanza, fu arrestata nel 2000 e fu rilasciata in stato di semilibertà nel 2012. "Io non scappo via - continua l'ex ballerina -. Ci rivedremo, non è un addio". Nel suo primo giorno da donna libera non nasconde l'amarezza. "Ho vissuto tutta la vicenda dell'omicidio da protagonista - sottolinea - pur non essendo né l'artefice né null'altro". Il suo primo obiettivo, racconta ancora, è finire presto il suo libro. "Si chiamerà 'Peccati' - annuncia - e spiegherà la mia storia. Finalmente dirò quello che sentivo, i miei pensieri più intimi, quello che succedeva dentro di me".
Katharina Miroslawa ha sentito anche il suo legale, Paolo Righi, che racconta i prossimi passi giudiziari. "La signora mi ha dato l'incarico di portare avanti la revisione del processo - annuncia Righi -. Sto studiando come rifare le indagini difensive che erano state fatte in precedenza". L'obiettivo è quello di raccogliere le testimonianze "a riscontro della tesi del marito, che scagionava Miroslawa".