Al Gip: "Nessun tornaconto personale"
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"Volevo fare un favore ai cugini Paolo e Cesare D'Amico", in virtù di un antico legame con il capostipite della famiglia di armatori, Giuseppe D'Amico, senza alcun interesse personale. Questo secondo quanto emerso, il racconto fatto durante l'interrogatorio di garanzia da monsignor Nunzio Scarano, arrestato venerdì per aver cercato di fare rientrare illegalmente in Italia 20 mln di euro dei D'Amico, con l'aiuto di un broker e di un agente segreto.