L'ex direttore del Tg4 a "Chi": "Mi hanno sostenuto Berlusconi e il pensiero di Giovanni Paolo II. Mia moglie? E' la parte migliore della famiglia, l'unica sua disavventura è stata incontrarmi"
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Emilio Fede si confessa a "Chi". L'ex direttore del Tg4 si è completamente aperto al settimanale di Signorini, raccontando l'ultimo periodo della sua vita, quello più difficile del caso Ruby e dell'addio al telegiornale. Un periodo di solitudine dove solo il pensiero di papa Giovanni Paolo II e la vicinanza di Silvio Berlusconi lo hanno sostenuto. "Certe notti ho pensato al suicidio", racconta, "non potevo sopportare di essere dipinto come un uomo vile".
"Lasciare il Tg4 mi ha procurato una crisi fisica e psicologica - ha spiegato Fede -. Ho sempre lavorato dieci ore al giorno, facendo un mese di vacanza in 25 anni. Mi sono trovato improvvisamente senza tutto questo, immerso in una grande tristezza e solitudine e non nego che ci sono stati momenti, in quelle lunghe notti, in cui ho pensato di farla finita: non potevo sopportare la mortificazione di essere dipinto come uno che, alla sua età (82 anni, ndr), commette azioni tanto vili".
A sostenerlo, "uno dei tanti incontri straordinari della mia vita. Quando ero direttore al Tg1 venni ricevuto da Giovanni Paolo II, ascoltai la messa e presi la comunione. Sua Santità mi fece una carezza e mi illuminò sul concetto di solidarietà. Ecco, in una di quelle notti più tormentate mi ha sorretto il pensiero del Papa. Ma la ruota che ha girato per tanti anni a mio favore ha cominciato ad andare all'incontrario".
Il riferimento, esplicito, è al caso Ruby (la sentenza per il processo che lo vede imputato con Nicole Minetti e Lele Mora per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, è attesa per il 19 luglio) : "Questa vicenda e la valigetta sono stati terrificanti, perché si è aggiunta una realtà squallida che non riguarda soltanto me, ma un cancro della società: il ricatto'', ha detto nell'intervista.
"Mi hanno voltato tutti le spalle, ma non Berlusconi. Sono andato in tribunale a dire la mia verità, e cioè che non avevo invitato ragazze ad Arcore, che non avevo portato io Ruby e che quelle serate, nate dalla cortesia di Berlusconi, erano tutt'altro che licenziose. Questa vicenda l'ho pagata anche con la mancata candidatura al Senato. Ho trovato molto triste far credere che i miei rapporti con Berlusconi si fossero deteriorati al punto da non frequentarci più, così come trovo triste l'ingratitudine di persone che a me devono moltissimo e che sono sparite dalla mia vita".
"Certo - ha proseguito -, Mediaset mi ha offerto, e sarò sempre grato all'azienda, un contratto e un ufficio, la mia storia è stata rispettata. Ma mi addolora non poter più comunicare in tv'". Emilio Fede ha parlato a cuore aperto anche della sua vita privata: "Ho la donna che non merito di avere, perché è straordinaria, Berlusconi dice sempre che Diana è la parte migliore della famiglia. Mia moglie va sempre a testa alta, ha costruito una famiglia straordinaria. La sua unica disavventura è stata quella di avere incontrato Emilio Fede".