DELITTO NON PERFETTO

Uccise farmacista con il cianuro: 20 anni a killer

L'imprenditore Gianfranco Bona aveva dei debiti con la sua vittima. Il delitto è avvenuto a Milano

11 Lug 2013 - 16:09
 © Ansa

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E' stato condannato a venti anni di reclusione l'imprenditore Gianfranco Bona, accusato di aver ucciso a Milano, nell'aprile del 2012, il farmacista Luigi Fontana. L'uomo, a cui Bona doveva una somma di denaro,  fu avvelenato con un crodino al cianuro. Il pm aveva chiesto l'ergastolo, il gup di Milano non ha escluso la premeditazione ma ha concesso le attenuanti generiche.

Lo stesso pm in requisitoria aveva spiegato che l'imprenditore riceveva "prestiti ad usura" dalla vittima. Bona doveva a Fontana all'incirca 270mila euro che non riusciva a saldare. Durante l'interrogatorio fu lui stesso a confessare che "l'ho avvelenato per non pagare il debito". Ed era stato il farmacista, un mese prima, a fornire il veleno all'amico. Il condannato dovrà infine risarcire i familiari della vittima. Il gup di Milano, Luigi Gargiulo, ha infatti disposto provvisionali di risarcimento a carico dell'imputato di 150mila euro a favore della moglie del farmacista e di 163mila euro a testa per le due figlie.

Il legale del condannato: "Giudice severo e coraggioso" - "Siamo soddisfatti per una sentenza giustamente rigorosa e a breve esamineremo le motivazioni". Lo ha detto l'avvocato di Gianfranco Bona, Andrea Benzi, che commenta così la decisione del gup di escludere la premeditazione premeditazione e concedere all'imputato le attenuanti generiche. "In questa storia - ha voluto precisare il legale - non ci sono né vincitori né vinti, è una storia di dolore e tragedia e ritengo che ci fossero le attenuanti che sono state riconosciute". Il giudice, ha concluso il legale, "è stato severo, giusto e coraggioso".

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