L'ex presidente di Telecom condannato anche a una provvisionale di 900mila euro e al risarcimento dei danni alle parti civili
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Il numero uno di Pirelli ed ex presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera, è stato condannato a un anno e 8 mesi di carcere (pena sospesa) per ricettazione dal Tribunale di Milano. La condanna è arrivata al termine del processo sul caso Kroll: si tratta dell'inchiesta sulla ricettazione dei presunti dossier illegali raccolti dalla security di Telecom Italia quando Tronchetti Provera era a capo di Telecom.
Tronchetti è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale da 900mila euro a Telecom Italia e al risarcimento dei danni alle parti civili. La Procura aveva invece chiesto una condanna a due anni e il pagamento di una multa da 5.000 euro.
Il processo era iniziato a febbraio, dopo la disposizione da parte della Procura di Milano della citazione diretta in giudizio per ricettazione, in riferimento a presunti dati rubati nel 2004 dal computer di un agente dell'agenzia investigativa Kroll dai "pirati informatici" della security di Telecom, all'epoca guidata da Giuliano Tavaroli.
"Prendiamo atto della sentenza odierna - ha commentato Roberto Rampioni, difensore di Tronchetti Provera - di cui non resta che aspettare il deposito della motivazione per verificare quali siano state le ragioni che hanno giustificato un'affermazione di responsabilità che riteniamo inspiegabile e che, non riconoscendo la fragilità di un impianto accusatorio vacillante, getta purtroppo un'ombra senza fondamento sulle persone e sulle aziende coinvolte. La vicenda processuale è stata promossa sulle aspirazioni di quanti hanno preteso a tutti i costi un coinvolgimento di Tronchetti Provera".
Da parte sua, Marco Tronchetti Provera ha annunciato ricorso, spiegando di essere stato "condannato per aver denunciato chi spiava". "Vado avanti con pazienza e determinazione", scrive l'ex presidente di Telecom. "La sentenza in primo grado si fonda esclusivamente sulle dichiarazioni di un teste che ha dichiarato tutto e il suo contrario, tanto da essere definito 'ambiguo' anche dallo stesso pm".