Morì nel 1998, in completa solitudine, abbandonato dalla moglie e dalle due figlie
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E' morto quindici anni fa. In tutto questo tempo, sulla sua tomba, nessuno ha mai portato un fiore. Oggi, come prevede il regolamento del cimitero, i resti di Pietro Pacciani, il "mostro di Firenze", sono stati riesumati. E se nessuno si presenterà a reclamare le sue ossa, finirà in una fossa comune. Anche nel giorno del suo funerale, nel febbraio del '98, nessuno venne a piangerlo.
Pare che su quella tomba nessuno abbia mai portato un fiore, in tutti questi anni. Il custode del cimitero dice che soltanto in un'occasione, qualche anno fa, sulla croce in legno sulla quale c'è il nome di Pacciani comparvero due mazzi di rose rosse, finte e sbiadite. Ma aggiunge che prima quei fiori si trovavano su un'altra lapide e che qualcuno li aveva spostati lì più per non buttarli via che per pietà.
E adesso, a quindici anni dalla morte, la figura di Pietro Pacciani resta sinistra e ingombrante: al di là di un articolato percorso giudiziario, nell'immaginario collettivo lui resta sempre il mostro di Firenze.
Pacciani morì la notte fra il 21 e il 22 febbraio 1998. E' venuto dunque il tempo di riesumare i suoi resti. Gli addetti hanno rimosso la tomba: il contadino era sepolto in terra, nel cimitero di Mercatale. Negli ultimi giorni, i funzionari del Comune di San Casciano hanno cercato i familiari di Pacciani per comunicare la data della riesumazione, ma nessuno ha risposto. I resti sono stati così sistemati in una cassetta di zinco, dove verranno conservati per i prossimi sei mesi. E, se nessuno li reclamerà, saranno messi in una fossa comune.
La moglie e le figlie - La moglie di Pacciani, Angiolina, è morta nel 2005. Anche lei è stata sepolta nel cimitero di Mercatale, lontano dal marito però. Sono ancora in vita le due figlie, quelle che durante il processo per il "mostro di Firenze" raccontarono gli abusi e le violenze che fin da piccole avevano dovuto subire dal padre.
La morte in solitudine - Pacciani venne trovato morto nella sua abitazione. Dopo essere stato scarcerato, viveva da solo. A scoprire il cadavere furono i carabinieri, avvertiti da alcuni vicini. Secondo il medico, la causa del decesso fu un arresto cardiocircolatorio.
Per l'indagine sugli omicidi del "mostro di Firenze" - otto coppiette uccise nelle campagne fiorentine dal 1968 al 1985 -, il contadino di Mercatale fu arrestato il 16 gennaio del 1993. Nel 1994 venne condannato all'ergastolo, ma nel processo d'appello fu assolto. Quando morì, era in attesa di un nuovo processo: la Cassazione aveva annullato l'appello anche alla luce degli sviluppi investigativi, che avevano portato alla scoperta dei "compagni di merende": Mario Vanni e Giancarlo Lotti. L'ultimo di loro ad andarsene, nel 2009, è stato Mario Vanni, il postino. Al suo funerale andarono 11 persone.