Secondo l'autopsia non aveva assunto né alcol né droghe. La Procura lo iscrive comunque nel registro degli indagati anche se è morto
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Ciro Lametta, l'autista del pullman precipitato nella scarpata della A16, non avrebbe assunto alcuna sostanza alcolica o di altro tipo che ne alterasse le condizioni psicofisiche. E' quanto trapela dall'esito dell'autopsia e degli esami tossicologici svolti sull'uomo dagli esperti incaricati dalla procura di Avellino. Nell'incidente del 28 luglio sono morte 39 persone.
Lametta, nonostante sia morto nella sciagura, è comunque indagato dalla procura di Avellino, ma nell'avviso di garanzia è precisato che non si procede nei suoi confronti "per la morte dell'interessato". La notizia viene confermata dall'avvocato Antonio Mirra che con il collega Roberto Di Rubba "assiste" il defunto. "Il fatto che sia indagato un defunto è una circostanza sicuramente anomala", spiega. "Noi comunque auspichiamo che l'indagine vada avanti fino ad un decreto di archiviazione che stabilisca l'assoluta mancanza di responsabilità di Lametta. Siamo certi che il suo operato alla guida del pullman sia stato esente da colpe, e che già l'autopsia escluderà l'ipotesi che potesse aver guidato in condizioni psicofisiche alterate. In ogni caso abbiamo nominato anche noi due consulenti".
"L'obiettivo - conclude - è che da un punto di vista sia giuridico sia morale venga esclusa ogni responsabilità e questo anche per laserenità dei familiari di Lametta".