TRAGEDIA IN QUOTA

Tragedia sul Monte Rosa, morti due alpinisti

L'incidente nella zona della Cresta Sella. A lanciare l'allarme, la moglie di uno degli escursionisti

15 Ago 2013 - 17:02
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Due alpinisti piemontesi sono morti sul massiccio del Monte Rosa, nella zona della Cresta Sella nel Lyskamm orientale. Sul posto sono intervenuti gli uomini del Soccorso Alpino valdostano e della Guarda di Finanza di Cervinia. L'allarme è scattato nella serata di mercoledì, quando i due non sono rientrati al rifugio dove erano attesi. I loro corpi sono stati trasportati all'obitorio di Aosta.

Erano in cordata - I due, Luca Savoia e Carlo Ravetti, sono morti dopo essere precipitati per 500 metri da una cresta di ghiaccio. Partiti ieri all'alba dal rifugio Quintino Sella, erano impegnati nell'attraversamento della cresta del Lyskamm, a 4.500 metri di altitudine, quando per cause ancora da accertare sono caduti. L'incidente, con ogni probabilità, risale a ieri pomeriggio, ma nessun alpinista presente in zona ha visto quanto è accaduto. Secondo quanto riferito dai soccorritori, erano legati in cordata.

I cadaveri individuati dall'elicottero - L'allarme è stato dato nella serata di ieri dalla moglie di uno dei due alpinisti che, non avendo più notizie del marito, ha chiamato il gestore del rifugio dove sarebbero dovuti rientrare. Subito è stato avvertito il soccorso alpino valdostano che, all'alba di oggi, non appena è stato possibile, ha effettuato una ricognizione in elicottero nella zona ed ha individuato i due corpi. Le salme, dopo essere state in un primo momento portate a Gressoney, sono state poi trasferite ad Aosta dove è in corso il riconoscimento.

Uno dei due è l'ex primario del don Bosco di Torino - Ravetti, 62 anni, uno dei due alpinisti morti, è l'ex primario dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino. L'altro, Luca Savoia, 54 anni, era invece originario del biellese. Il professor Ravetti, sposato e padre di tre figli, era molto conosciuto nel capoluogo piemontese. Aveva lasciato l'ospedale dopo essere andato in pensione, ma aveva continuato la sua attività di neurologo. "Era un grande appassionato di montagna ed alpinista esperto", ricordano in ospedale.

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