Due anni e otto mesi di reclusione
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Due anni e otto mesi di reclusione e 20mila euro di multa. E' questa la pena patteggiata da Giulia Ligresti, figlia dell'imprenditore Salvatore, nell'inchiesta Fonsai. Il procuratore aggiunto Vittorio Nessi e il sostituto Marco Gianoglio della procura di Torino hanno concordato anche il sequestro delle quote azionarie e delle polizze assicurative della donna che al momento si trova agli arresti domiciliari.
"Sono sfinita"-ha commentato l'imprenditrice dopo aver appreso della chiusura della sua vicenda processuale. "La signora Ligresti - ha commentato l'avvocato Alberto Mittone - ha scelto questa soluzione dopo attente valutazioni di natura sia processuale che personale".
In fase di patteggiamento è stata anche concordata la confisca di quote immobiliari della società Pegaso riconducibile a Giulia Ligresti. L'ammontare non è stato quantificato nel corso dell'udienza, ma secondo fonti vicine agli inquirenti sarebbe nell'ordine di alcuni milioni di euro. Tecnicamente la sentenza di patteggiamento non è ancora definitiva in quanto la procura potrebbe ricorrere in Cassazione. In seguito davanti al tribunale di sorveglianza di Milano verranno discusse le modalità con cui la pena dovrà essere scontata, gli arresti domiciliari o l'affidamento a lavori socialmente utili le ipotesi più probabili. La mossa di Giulia ha spiazzato gli altri indagati. Se tutti erano scesi in trincea contestando le accuse della procura la vicepresidente di Fonsai si è limitata a dire di non conoscere i dettagli tecnici e di fidarsi del lavoro di chi le sottoponeva le carte. Il tribunale di Torino aveva concordato gli arresti domiciliari per l'imprenditrice a seguito di una perizia medica che aveva costatato un eccessivo dimagrimento della donna.