Dopo la denuncia 3 sono finiti in manette. Tra gli arrestati un esponente di spicco di Cosa Nostra
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Gli agenti della Squadra mobile di Trapani hanno eseguito nella notte tre ordinanze di custodia cautelare per estorsione e tentata estorsione, aggravate dalla modalità mafiosa, ai danni del presidente di Confindustria di Trapani, Gregory Bongiorno. I provvedimenti sono stati spiccati nei confronti di un esponente di spicco di Cosa Nostra del Trapanese, e due sorvegliati speciali, tutti originari di Castellammare del Golfo.
I provvedimenti cautelari sono stati notificati a Mariano Asaro, 57 anni, Gaspare Mulè, 46 anni, e Fausto Pennolino, 51 anni. Bongiorno, la vittima del racket, è un imprenditore di Castellammare del Golfo che opera nel settore della raccolta dei rifiuti. L'attuale presidente dell'associazione industriale di Trapani, dopo aver subito per anni le richieste estorsive di diversi esponenti della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, ha denunciato i tre.
Bongiorno ha ammesso di aver pagato per anni il pizzo alla mafia. La vittima ha raccontato agli inquirenti di averlo fatto dal 2005 al 2007. Dopo un periodo di tregua - a seguito dell'arresto degli estorsori per fatti di mafia - nell'agosto scorso, l'imprenditore ha ricevuto nuove richieste di estorsione, nonché il pagamento degli arretrati (60 mila euro). E' stato allora che Bongiorno ha deciso di rivolgersi alla polizia.
In particolare l'imprenditore ha raccontato che la sua azienda, la Agesp spa di Castellammare del Golfo, operante nel settore dei rifiuti, dal 2005 era stata oggetto di estorsioni da parte di appartenenti alla locale famiglia mafiosa. Nel dicembre 2005 era stato costretto a versare diecimila euro a Gaspare Mulè, il quale gli si era presentato quale rappresentante della consorteria mafiosa. Mulè aveva intimato a Bongiorno di versare le somme dovute alla famiglia di Castellammare in quanto la madre dell'imprenditore, Girolama Ancona, oggi deceduta, non aveva saldato alcune quote estorsive.