Il Santo Padre risponde alle domande sulla fede e sulla laicità poste dal fondatore del quotidiano La Repubblica
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Papa Francesco scrive una lunga lettera di risposta al fondatore del quotidiano La Repubblica, Eugenio Scalfari, il quale aveva posto alcuni dilemmi sulla fede e sulla laicità. "Mi chiede se il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede"; "la questione per chi non crede in Dio sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza", dice il Santo Padre.
Se una persona non ha fede e non cerca Dio sarà perdonato? - "Mi chiede - scrive il Papa a Scalfari - se il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede. Premesso - ed è la cosa fondamentale - che la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito, la questione per chi non crede in Dio sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e ovvedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire".
Dio promise agli ebrei una terra, si devono sentire traditi? - "Cosa dire ai fratelli ebrei circa la promessa fatta loro da Dio: è essa del tutto andata a vuoto? E' questo - scrive ancora Papa Francesco - un interrogativo che ci interpella radicalmente, come cristiani, perché, con l'aiuto di Dio, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, abbiamo riscoperto che il popolo ebreo è tuttora per noi la radice santa da cui è germinato Gesù. Anch'io molte volte nella preghiera ho interrogato Dio, in modo particolare quando la mente andava al ricordo della terribile esperienza della Shoah. Le posso dire che mai è venuta meno la fedeltà di Dio all'alleanza stretta con Israele e che, attraverso le terribili prove di questi secoli, gli ebrei hanno conservato la loro fede in Dio. E di questo, a loro, non saremo mai sufficientemente grati, come Chiesa ma anche come umanità.
Quando l'uomo sparirà dalla Terra nessuno penserà più a Dio, quindi sarà morto con l'umanità? - "La grandezza dell'uomo sta nel poter pensare a Dio. Ma il rapporto è tra due realtà. Dio non è un'idea, sia pure altissima, frutto del pensiero dell'uomo. Dio è realtà con la R maiuscola. Dio non dipende dal nostro pensiero. Del resto, anche quando venisse a finire la vita dell'uomo sulla Terra - e per la fede cristiana, in ogni caso questo mondo così come lo conosciamo è destinato a venir meno - , l'uomo non terminerà di esistere e, in un modo che non sappiamo, anche l'universo creato con lui.
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