TRAGICO INCIDENTE

Lamezia, esplode silo in fabbrica: tre mortiIndagato l'amministratore delegato dell'azienda

L'incidente in una fabbrica che produce oli combustibili. L'iscrizione del nome dell'a.d., secondo la procura, è un atto dovuto

13 Ott 2013 - 11:04
 © Ansa

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Un silo di un'industria per la trasformazione di oli combustibili è esploso giovedì pomeriggio nell'area industriale di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, causando la morte di tre operai. Le vittime sono Daniele Gasbarrone, di Latina, e Alessandro Panella di Velletri, entrambi di 32 anni, e il 47enne Enrico Amati, di Sinalunga, nel Senese. Al momento dello scoppio nella cisterna erano in corso lavori di manutenzione.

L'esplosione è avvenuta all'interno dello stabilimento di San Pietro Lametino della Ilsap Biopro, un'azienda che produce oli raffinati, biomasse, glicerina e biodiesel. La sede legale della Ilsap Bipro è Latina, mentre quella operativa è a Lamezia Terme. Sono intervenuti, oltre alle forze dell'ordine, i vigili del fuoco, che stanno accertando la natura di vapori che si sono liberati nell'aria.

Investiti da una fiammata - Le vittime lavoravano come saldatori, e sono state investite da una fiammata improvvisa, mentre stavano facendo lavori di saldatura. Uno dei cadaveri, completamente carbonizzato, si trovava nel cestello di una gru, posizionata a fianco del silo, sulla quale lavoravano gli operai. Due degli operai sono morti immediatamente, mentre il terzo, Enrico Amati, ha riportato ustioni sul 90% del corpo ed è stato ricoverato in ospedale a Catanzaro, dove è morto poche ore dopo. Al momento le cause dell'esplosione non sono state ancora accertate, anche se gli investigatori non escludono che si possa essere formata una nuvola di gas derivante dalla lavorazione degli oli. Una donna che ha assistito all'incidente ha detto di avere sentito uno scoppio e di avere visto una fiammata e qualcosa che volava in aria. 

Indagato l'amministratore delegato - L'amministratore delegato della Ilsap Biopro è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Lamezia Terme. Si tratta, è stato specificato da fonti vicine all'inchiesta, di un atto dovuto per consentire l'esecuzione di alcuni accertamenti quali l'esame esterno sui cadaveri carbonizzati degli operai. Qualora l'esame esterno venga ritenuto sufficiente dai medici legali per le loro ricerche, l'autopsia non sarà disposta. Il dirigente della società è stato sentito per tutta la notte dal pm che conduce l'inchiesta, il sostituto procuratore Luigi Maffia. La Procura, secondo quanto si è appreso, sta vagliano anche la posizione di altri responsabili della società, che ha la sua sede legale a Latina.

Vescovo: "Sgomento e tristezza" - "Abbiamo appreso con sgomento e profonda tristezza la notizia del grave incidente nell'area industriale di Lamezia Terme". Lo afferma in una nota il vescovo di Lamezia, Luigi Antonio Cantafora. "Queste sono ore di dolore e angoscia - aggiunge - che nessuno vorrebbe vivere. In questo momento penso alle mogli e ai figli che a casa sono venuti a conoscenza di questa tragedia. Sono loro particolarmente vicino. Raccomandiamo al Signore le vittime e i loro familiari mentre unanime si fa l'appello per la sicurezza di chi lavora".

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