Il ministro dell'Interno in visita al cantiere: "E' un'opera decisa da uno Stato sovrano"
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"Nessuno potrà fermare un'opera che è stata decisa da uno Stato sovrano, consultando le comunità locali". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, interviene sulla Tav arrivando al cantiere di Chiomonte con il capo della polizia, Alessandro Pansa. "Non sarà consentito a nessuno - ha aggiunto Alfano - di interrompere con la delinquenza e la violenza quest'opera che è già cominciata" e che "darà sviluppo all'intero Paese".
"Lo Stato è unito e fa squadra" - Alfano ha poi sottlineato come "lo Stato è unito, fa squadra ed è impegnato affinché vengano rispettate le proprie decisioni". "Abbiamo voluto essere qui - ha aggiunto - a pochi giorni dall'inizio dell'attività di importanti tecnologie, questa è un'opera enorme che stiamo proteggendo in vari modi: raddoppiando il contingente dei militari, con la legge che equipara questo sito a uno di interesse militare, e con l'emendamento al decreto che indennizza le vittime di delitti non compositi, esattamente come avviene per chi subisce attacchi della mafia".
"Opera avanti a prescindere da governi" - "Anche ipotetici nuovi governi non fermeranno la realizzazione della Tav", ha aggiunto. "Il cantiere - ha detto a Chiomonte - è andato avanti a prescindere dal colore politico dei governi. E' un'opera strategica, è frutto di trattati internazionali, che hanno il bollo del parlamento italiano e quel bollo non sarà cancellato da nessun ipotesi di cambiamento di governo".
"Lo Stato è più forte dei criminali" - Prosegendo la visita al cantiere di Chiomonte, il ministro dell'Interno ha ribadito: "Nei prossimi giorni sarò a Caserta per rafforzare la lotta alla camorra, saremo nella terra dei fuochi. Faremo tutto ciò che serve da Nord a Sud per affermare che lo Stato è più forte dei criminali e della criminalità organizzata".
"Raddoppio militari è segno operativo" - "Il raddoppio del contingente militare è un segno operativo e non solo simbolico", ha affermato. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se il rafforzamento della sicurezza rappresenti un costo aggiuntivo, Alfano ha risposto: "I militari sono già pagati, sono impegnati qui come potrebbero essere altrove".