INTERVISTA A "LA STAMPA"

Amanda Knox: "Vivo nella pauraIn Italia? Per un confronto con Rudy"

La Knox parla con "La Stampa": "In Italia? Tornerei solo per un confronto con Rudy"

01 Ott 2013 - 13:35
 © Da video

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"Mi sento braccata. La notte, quando esco, basta un rumore, un fruscio, per farmi spaventare". Chi parla è Amanda Knox che, in un colloquio con "La Stampa", racconta di ricevere continuamente insulti e minacce via Web. Intanto, mentre in Italia si riapre il processo per l'omicidio di Meredith Kercher, lei dice che potrebbe tornare ma solo se le facessero fare un confronto con Rudy Guede, l'unico condannato per il delitto Mez.

Amanda la volpe come la chiamano i media inglesi ora vive in una villa piccolo-borghese a Seattle con Madison Paxton, l'amica che durante gli anni del processo e del carcere le è stata vicina a Perugia e che è tornata con lei in America.

"E' come se vivessi la vita di un'altra, mi sento 40 anni in più di quelli che ho", racconta. Dallo psicologo spiega "ci sono stata due volte, ma solo perché mia mamma ha insistito tanto. Io non volevo. Degli psicologi li avevo conosciuti in carcere e non era stato bello. Pensavano solo a riempirmi di antidepressivi, non è che mi abbiano aiutato molto. Però, visto che mia madre ci teneva, ci sono andata". "

E poi: "La prima volta non sono riuscita a dire una parola. La seconda ho parlato per quindici minuti di fila e alla fine ho avuto un attacco di panico: non riuscivo e non riesco ancora a tirare fuori tutta questa sensazione di una sconfitta più grande di me, questa tristezza infinita per le cose che non potrò più avere, perché ormai me le hanno rubate. Ero una ragazzina quando mi hanno buttato in carcere. Ora sono sempre braccata, non solo da quelli che mi insultano sul Web. Ho paura di tutto. Pensavo che mi passasse dopo l’assoluzione. Invece, non è mai passata, i mesi scivolavano e io ero come prima, ero triste, esausta".

Braccata a tal punto che ha dovuto prendere lezioni da un insegnante di autodifesa. La ragazza di Seattle ribadisce di non voler tornare in Italia se non per un confronto con l'unico condannato per l'omicidio di Meredith. Ma neanche i genitori della vittima, i fratelli, e gli amici vogliono più fare ritorno nel luogo dove l'incubo è iniziato. Amanda ha anche chiesto di poter visitare la tomba dell'ex coinquilina universitaria ma la proposta non è stata accolta con entusiasmo dai familiari. Stephanie, la sorella di Mez, ha affermato: "Non la vogliamo vedere, nemmeno al cimitero".

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