Spunta la storia di una giovane che subì un'aggressione simile a quella della 18enne romena stuprata e strangolata dal ragioniere 41enne. E altre dieci donne saranno sentite dagli inquirenti
© Carabinieri
Prima di uccidere Lavinia Simona Ailoaiei, la romena 18enne trovata strangolata e nuda in un campo non lontano da Arese (Milano), il killer di Lodi, il 41enne Andrea Pizzocolo, aveva già aggredito, con modalità impressionantemente simili, un'altra ragazza. Lei, Gabriela, 20enne romena, era però riuscita a salvarsi. A raccontarlo è stato un giovane che aveva trovato e soccorso la ragazza il 7 agosto, un mese prima del ritrovamento del corpo di Lavinia.
Insomma, sul fatto che Pizzocolo sia un serial killer ancora non si può essere certi, dicono investigatori e inquirenti di Lodi, che non hanno al riguardo elementi sufficienti, ma certo è che il ragioniere di Arese (Milano), sposato e padre di una figlia di 5 anni, prima di uccidere Lavinia aveva già torturato un'altra ragazza.
La brutta storia è emersa solo dopo gli appelli del procuratore di Lodi, Vincenzo Russo, a chi aveva notizie di altri episodi di violenza. E l'appello è stato raccolto dal giovane che quella notte aiutò Gabriela. L'aveva trovata nuda, tra il 7 e l'8 agosto, con le mani legate da fascette di plastica e con intorno al collo del nastro di plastica nera. La giovane arrivava da un campo a San Martino in strada, nel Lodigiano, a poche centinaia di metri da quello in cui fu trovato il cadavere di Lavinia. Quella notte intervennero altri ragazzi che accompagnarono la donna a Milano. Il giorno dopo, la romena fece denuncia ai carabinieri.
Il racconto di Gabriela - Gli agenti della Mobile di Lodi hanno identificato la ragazza e raccolto la sua deposizione agghiacciante: un uomo, che le aveva detto di chiamarsi Giorgio, l'aveva avvicinata mentre si prostituiva in viale Certosa, a Milano. Si erano scambiati i numeri di telefono e lei era stata ricontattata. "Giorgio" l'aveva portata in un motel. Qui, dopo averle offerto una coca cola che forse conteneva della droga, le aveva proposto di guardare insieme un film porno. Al suo rifiuto l'aveva immobilizzata, legata con le fascette e il nastro nero da bondage (una pratica sessuale estrema), in vendita nei sexy shop, e poi l'aveva picchiata. Caricata in auto e avvolta in un lenzuolo, la romena era rimasta per ore in balia di Pizzocolo che si fermava ogni volta che si lamentava per picchiarla.
La giovane era infine rotolata a terra dal bagagliaio del Suv lasciato aperto mentre il ragioniere ripartiva a forte velocità. In ginocchio, appoggiandosi ai gomiti, era riuscita ad arrivare al ciglio della strada dove quei giovani l'avevano soccorsa. Il nastro nero, trovato poi in un sopralluogo nel campo, è risultato uguale a quello che Pizzocolo aveva a bordo della sua auto, come anche le fascette da elettricista. Anche il numero di telefono che Pizzocolo le aveva lasciato corrispondeva a quello di un collega del ragioniere: gli aveva carpito i dati dei documenti per poter attivare una carta sim che usava a sua insaputa.
Adesso, oltre che di omicidio, Pizzocolo è accusato anche di sequestro di persona e rapina (perché ha preso il cellulare della donna, mille euro, gioielli e vestiti). Che il ragioniere avesse già usato violenza sulle donne, quindi, ora non è più un sospetto ma una certezza. Troppi i video di atti sessuali con ragazze che lui stesso aveva ripreso per pensare che l'omicidio fosse un episodio isolato. E la lista delle donne vittime della sua violenza potrebbe allungarsi: saranno sentite altre dieci ragazze che avevano avuto con lui rapporti a luci rosse e che gli agenti ritengono di aver identificato con sicurezza.