L'accusa di uno dei pescatori sul luogo del naufragio: "La gente moriva e la Guardia costiera faceva delle riprese video". Nella stiva morti i più poveri. Boldrini: misure repressive non servono.
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Una riunione urgente dei Paesi europei sull'immigrazione dopo la tragedia di Lampedusa. Lo chiede il premier francese, Jean-Marc Ayrault. "E' importante che i responsabili politici europei ne parlino, e presto, insieme", ha detto il premier a margine di una visita a Metz, facendo riferimento al naufragio. "Tocca a loro riunirsi per trovare la risposta giusta", ha aggiunto sottolineando che "la compassione non è sufficiente".
Nello scafo inabissato 252 cadaveri - Secondo la cifra fornita dai migranti superstiti sarebbero quindi 363 i morti del naufragio, considerato che 155 sono i sopravvissuti. Centoundici corpi sono stati recuperati e quindi mancherebbero all'appello 252 persone.
I superstiti indagati per clandestinità - I superstiti del naufragio di Lampedusa, dopo essere identificati, saranno indagati per immigrazione clandestina dalla Procura di Agrigento. Nessuna iscrizione è ancora avvenuta, ma ci sarà perché è un atto dovuto, spiegano i magistrati, legato a una norma in vigore. Il reato prevede come pena massima una multa di 5.000 euro.
Boldrini: "Misure repressive non risolvono il problema" - "Con le misure repressive non risolveremo mai il problema: è impensabile che chi fugge da guerre e morte si fermi davanti a delle ipotesi di reato". Lo ha detto il presidente della Camera, Laura Boldrini, al termine della visita al centro di Lampedusa, durata circa due ore, chiedendo che "questa tragedia non venga sdoganata con qualche ora di commozione ma la politica dia seguito con interventi legislativi".
Nella stiva chi pagò meno - I più poveri tra i poveri. Nel viaggio della morte i disperati non erano tutti uguali nella pancia dell'imbarcazione c'era chi aveva pagato meno dollari al capo degli scafisti, il cosiddetto "The Doctor". Con 500 dollari si stava sul ponte, senza si finisce dritti in mare e, chi ha fortuna, in un cimitero. Lo racconta chi ce l'ha fatta a Lampedusa. Chi invece è sceso sott'acquaparla di cadaveri "abbracciati". Lo scafista è indagato ma non fermato.
Lo scafo - L'enorme bara di metallo che potrebbe contenere ancora decine di cadaveri giace a 47 metri di profondità in mare a un miglio e mezzo di distanza da Cala Croce, dagli scogli di Lampedusa. La triste conta parla per ora di 111 morti, somali ed eritrei: 58 uomini, 49 donne 2 bambine e due bambini in età compresa tra uno e 6 anni. Una strage di donne se si pensa che tra i 155 superstiti ve ne sono solo 4.
La posizione dello scafista - Indagato, ma non fermato. Accade al 35enne tunisino sospettato di essere uno degli scafisti del naufragio. Era stato identificato e bloccato al suo arrivo sull'isola e sentito dalla polizia. Davanti al procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, assistito da un avvocato d'ufficio, e con la collaborazione di un interprete arabo, il sospettato è stato interrogato venerdì: ha deciso non avvalersi della facoltà di non rispondere, e di dare invece la sua versione dei fatti.
Per l'accusa, che lo indaga per naufragio e omicidio plurimo, c'è il fondato sospetto che sia uno degli scafisti, ma si aspetta la conferma da parte dei testimoni sopravvissuti al naufragio. Testi che non possono essere sentiti a "sommaria informazione" perché potenziali indagati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, e quindi di reato connesso.
Soccorritori: "La gente moriva e qualcuno riprendeva" - "Noi eravamo in otto sulla mia barca e ci siamo sbracciati per cercare di salvare quante più persone potevamo. Ne abbiamo portate in salvo 47. Ho visto su tutti i siti internet il video della Capitaneria di porto che riprendeva un salvataggio. Mi chiedo perché facevano riprese invece di salvare la gente?". Lo dice Vito Fiorino, proprietario dell'imbarcazione Gamar che alle 6.30 di giovedì è giunto per primo sul luogo del naufragio lanciando l'sos alla Guardia costiera e ai pescherecci della zona.
"Se la prendevano alla leggera - aggiunge - non è così che si agisce mentre la gente bolle in mare. Hanno rifiutato di prendere a bordo qualche persona che avevamo già salvato perché il protocollo, hanno detto, lo vietava. Quando siamo tornati al porto carichi di naufraghi abbiamo visto la vedetta della finanza che usciva come se stessero andando a passeggiare. In casi del genere non si va con questi natanti enormi si va con barche piccole e veloci per pensare di salvare le persone".
Ricerche vanno avanti solo con elicotteri, in mare ancora 200 corpi - Secondo il racconto dei sopravvissuti al naufragio, in mare potrebbero esserci ancora duecento cadaveri. Per il momento, per le avverse condizioni del mare, restano ferme le ricerche subacquee e il recupero dei cadaveri. Guardia di finanza e Guardia costiera continuano invece con gli elicotteri a controllare lo specchio di mare attorno al punto in cui è avvenuto il naufragio.