Il suo ex avvocato, Carlo Taormina, afferma di non essere mai stato pagato, e presentando a lei e al marito una parcella di 771.507 euro.
© Ansa
Anna Maria Franzoni, condannata a 16 anni di reclusione per il delitto del figlio Samuele Lorenzi, è stata ammessa al lavoro esterno dal carcere di Bologna, e già deve fronteggiare accuse e critiche. Le ultime dalle detenute, che la considerano una privilegiata. Le seconde dal suo ex avvocato, Carlo Taormina, che afferma di non essere mai stato pagato, e presentando a lei e al marito una parcella di 771.507 euro.
La citazione è stata notificata ai coniugi nei giorni scorsi, firmata dal figlio, avv. Giorgio Taormina, attraverso un legale bolognese. E' fissata un'udienza per discutere la causa. Taormina ha difeso la donna nel processo per l'omicidio del figlio Samuele a Cogne, fino a quando non rinuncio' definitivamente al mandato, il 23 febbraio 2007. Inoltre ha difeso entrambi e in alcuni casi solo il marito in alcune vicende connesse, ad esempio redigendo una dozzina di querele per diffamazione. Mettendo in conto a Franzoni e Lorenzi tutta l'attività giudiziale svolta, le indagini difensive, ma anche i viaggi aerei e in auto.
Fin qui i guai economici, ma c'è dell'altro. Le compagne del carcere femminile da sempre l'accusano di essere una provilegiata: prima nelle mansioni all'interno del carcere, ora per la possibilità concessale dalla direzione di lavorare in esterno, "cosa assai rara", dicono polemicamente. "per i lavoro interni retribuiti c'era la rotazione, ma da quando è arrivata lei è saltato tutto", affermano ancora alcune detenute.