"NON CE LA FACCIAMO PIU'"

Gemelli con distrofia: il Papa ci aiuti

"Se la situazione non cambia, staccate le macchine, è meglio morire". Questo l'appello di Sergio e Marco Quarta, 34 anni, di Merine di Lizzanello, in provincia di Lecce, affetti dalla sindrome di Duchenne

14 Ott 2013 - 12:03
 © Ansa

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"Chi ci ha privato della nostra dignità di vita in nessun modo può toglierci la possibilità di morire dignitosamente". Diffondono un nuovo disperato appello e chiedono l'intervento di Papa Francesco i gemelli Sergio e Marco Quarta, di 34 anni, di Merine di Lizzanello, in provincia di Lecce, affetti dall'età di 4 anni dalla sindrome di Duchenne. "Vogliamo che vengano staccate tutte le macchine che ci tengono in vita così da poter alleviare le nostre sofferenze e quelle dei nostri genitori".

La loro malattia costringe i due fratelli a vivere a letto, tracheotomizzati e con la sola possibilità di comunicare con il puntatore ottico e avere contatti con il mondo esterno solo utilizzando i social network.

Già alcune settimane fa i due gemelli avevano provocatoriamente chiesto di staccare le macchine che li tengono in vita, suscitando l'attenzione dei mass-media.

"Ma anche se in molti si sono occupati di noi, soprattutto tanti giornalisti che noi ringraziamo di vero cuore, - afferma il papà dei gemelli, Antonio Quarta - nulla è cambiato: noi siamo sempre nella stessa situazione, non abbiamo avuto notizie, ad esempio, malgrado le promesse dell'assessore regionale al Welfare, dell'assegno personalizzato che aspettiamo dal 2010.

Marco e Sergio hanno bisogno di tutto e occorrono soldi: mi è arrivata una bolletta per il pagamento del metano, il consumo è elevato proprio a causa delle necessità dei ragazzi (ambiente caldo, elettricità per i macchinari che li tengono in vita). Chi pagherà questa bolletta? Io non ho soldi".

"Così come i miei figli - conclude Antonio Quarta - chiedono che qualche luminare della medicina si occupi del loro caso. Noi chiediamo che uno dei tanti grandi esperti di questa terribile malattia possa venire a trovarci e aiutare me e mia moglie a rendere meno dolorosa la vita dei nostri ragazzi: lo so, chiediamo un miracolo. Chissà che questo miracolo possa farlo Papa Francesco".

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