Ricordando l'olocausto

Napolitano in sinagoga per i 70 anni del rastrellamento del ghetto di Roma

Presenti anche Boldrini, Grasso, Giovannini, Casini, Letta, Lorenzin e Marino

16 Ott 2013 - 14:01
 © Ansa

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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è recato alla sinagoga di Roma in occasione della commemorazione per il settantesimo anniversario delladeportazione degli ebrei di Roma. Il capo delloStato è stato accolto dal rabbino capo Riccardo Di Segni.

Il 16 ottobre del 1943 i nazisti entrarono nel ghetto della Capitale: 1022 ebrei vennero avviati verso i campi di sterminio, di questi 200 erano bambini. Soltano 16 tornarono dall'inferno.

Oltre a Napolitano, hanno assistito alla celebrazione nel Tempio anche il sindaco di Roma Ignazio Marino, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso, nonché diversi parlamentari e i ministri Enrico Giovannini e Beatrice Lorenzin.

"L'Italia che ha partorito il fascismo ha il dovere di coltivare la memoria, per sé stessa e per l'Europa", ha dichiarato il presidente della comunità ebraica Romano Riccardo Pacifici. "La nuova legge che punisce il reato di negazionismo in corso di approvazione in Parlamento - ha proseguito - "è una medicina contro gli spacciatori di odio. L'Italia si allinea ad altri 14 Paesi, ma questa norma non deve però, sostituire la prevenzione e l'educazione sulla Shoah", ha aggiunto Pacifici che ha ricordato l'azione di gruppi neonazisti ieri al mancato funerale di Erich Priebke. "Hanno anche il coraggio di mostrarsi a volto scoperto, e questo gli fa onore, ma non potranno più permettersi l'impunità", ha concluso.

Anche papa Francesco ha voluto partecipare alla commemorazione con un messaggio: "E' nostro dovere tenere presente davanti ai nostri occhi il destino di quei deportati, percepire la loro paura, il loro dolore, la loro disperazione, per non dimenticarli, per mantenerli vivi, nel nostro ricordo e nella nostra preghiera, assieme alle loro famiglie, ai loro parenti e amici, che ne hanno pianto la perdita e sono rimasti sgomenti di fronte alla barbarie a cui puo' giungere l'essere umano". Questo un estratto del testo inviato al rabbino capo Di Segni e letto stamane in sinagoga.

"La città di Roma si inginocchia davanti a voi e vi ringrazia". Così il sindaco di Roma Ignazio Marino alla comunità ebraica. Il primo cittadino della Capitale si è rivolto a Lello Di Segni e Enzo Camerino, gli unici due deportati superstiti: "L'indifferenza colpevole di quei giorni è un'altra ferita inferta agli ebrei".

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