Milano, l'avvocato generale, Laura Bertolè Viale, ha chiesto che la pena accessoria sia di due anni
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Iniziato il processo davanti alla Corte d'appello di Milano per rideterminare l'interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, dopo la condanna definitiva a quattro anni di carcere per il caso Mediaset. L'avvocato generale, Laura Bertolè Viale, ha chiesto che la pena accessoria sia di due anni. In aula, per la difesa del Cavaliere, è presente Niccolò Ghedini e Roberto Borgogno.
La sentenza è attesa già nella tarda mattina. La terza corte d'appello di Milano è chiamata a decidere sulla rideterminazione, al ribasso, dei cinque anni di interdizione inflitti a Silvio Berlusconi in primo e in secondo grado nel processo Mediaset. Il Cavaliere per la vicenda della compravendita dei diritti tv è stato condannato a quattro anni di carcere, ma la Cassazione ha rinviato in appello il procedimento per riconteggiare la pena accessoria.
Difesa Berlusconi: "Limitare interdizione a un anno" - La difesa di Silvio Berlusconi ha chiesto di contenere la pena "limitandola al minimo edittale", e quindi a un anno. Gli avvocati del Cavaliere hanno inoltre sollevato una questione di legittimità costituzionale sulla legge Severino, che impone la ineleggibilità alle cariche pubbliche per sei anni di chi abbia subito condanne penali superiori ai due anni di carcere.