COME RICHIESTO DALLA PROCURA

Processo Mediaset, 2 anni di interdizione a Silvio Berlusconi

La Corte d'Appello di Milano ha accolto la richiesta della procura. Ghedini: "Impugneremo la sentenza, versati al fisco 11 milioni"

19 Ott 2013 - 15:16
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La Corte d'Appello di Milano ha determinato in due anni, come richiesto dalla procura, l'interdizione ai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, condannato definitivamente a 4 anni di reclusione per la frode fiscale nel processo Mediaset. La sentenza giunge dopo il rinvio per ricalcolare la pena accessoria deciso dalla Cassazione lo scorso primo agosto.

La corte ha accolto la richiesta del pg Laura Bertolè Viale, che aveva chiesto due anni di interdizione. La difesa di Berlusconi aveva chiesto di contenere la pena accessoria al minimo edittale, cioè un anno.

Ghedini: "Impugneremo la sentenza" - La difesa di Silvio Berlusconi ricorrerà per chiedere l'annullamentodella sentenza. Spiega infatti l'avvocato Niccolò Ghedini: "Non avrebbe dovuto trovare ragione la pena interdittiva per le due questioni di legittimità' costituzionale da noi sollevate", in particolare quella relativa al contenzioso fiscale, "essendo stato fatto un accertamento con adesione e avendo Mediaset versato a settembre circa 11 milioni" per le due annualità, 2002 e 2003, relative alla frode fiscale contestata al leader del Pdl.

Il legale ha anche dichiarato di voler ricorrere in Cassazione in quanto la Corte d'appello ha rigettato le eccezioni di legittimità costituzionali eccepite in aula.

Cassazione aveva annullato condanna a 5 anni di interdizione - Lo scorso primo agosto, la Cassazione ha condannato Berlusconi a quattro anni di reclusione, di cui tre coperti dall'indulto, nell'ambito del processo su fondi neri Mediaset, ma ha annullato la pena accessoria a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, che comporta la decadenza da parlamentare, chiedendo alla Corte d'Appello milanese di ridefinirla in un intervallo compreso tra 1 e 3 anni.

Contro il verdetto, Berlusconi può presentare nuovamente appello in Cassazione.

Alfano: tutti con il nostro leader - "Ho sentito al telefono Berlusconi. Il nostro leader è forte e determinato come sempre. Siamo tutti con lui, impegnati, oggi più che mai nella ricostruzione di un centrodestra, moderno, competitivo. Il nostro progetto va avanti e non sarà toccato da una sentenza che non priverà un leader del suo popolo e quel popolo del proprio leader". Queste le parole di Angelino Alfano, a commento della sentenza.

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