Consigliere comunale del capoluogo piemontese, era stato centrato da sei colpi di pistola ed era entrato in coma. Slitta a sabato l'udienza del processo contro Francesco Furchì, che però si proclama innocente e in una lettera chiede una nuova perizia
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E' morto martedì sera, intorno alle 23, Alberto Musy, il consigliere comunale di Torino vittima di un agguato sotto casa nel marzo 2012. Musy, centrato da sei colpi di pistola, era entrato in coma irreversibile. A dare la notizia della morte sono state fonti vicine alla famiglia. Chiusa e rinviata a sabato l'udienza del processo contro Francesco Furchì, accusato di aver sparato a Musy.
Non si è quindi svolta, come previsto in un primo momento, la deposizione in aula del faccendiere, arrestato a gennaio. Nell'udienza di sabato sarà formalmente conferito l'incarico per compiere l'esame autoptico sul corpo di Musy. Nelle intenzioni dei giudici, questo servirà a stabilire l'esatto legame tra l'agguato e la sua morte. In un secondo momento, il collegio presieduto dal giudice Quinto Bosio dovrà decidere se proseguire o meno il processo.
La lettera di Furchì - In una lettera al settimanale "Oggi" Furchì, che continua a proclamarsi innocente, ha detto di volere "una perizia super partes", magari affidata a specialisti di "fuori Piemonte" per evitare che gli esperti possano essere influenzati. Secondo l'imputato, al processo sono emerse "eclatanti discordanze" fra i pareri dei periti che, per conto di accusa e difesa, hanno cercato di stabilire se lui sia davvero "l'uomo con il casco" filmato dalle telecamere sparse per il centro cittadino mentre, a piedi, si aggira nella zona in cui fu teso l'agguato a Musy. Da qui la sua richiesta di una nuova perizia in modo che il tribunale possa "deliberare secondo giustizia al di là di ogni ragionevole dubbio"
"Uno tsunami mediatico mi ha schiacciato sotto un peso intollerabile e umiliante", scrive Furchì, e "auspico - è la conclusione - che emerga inconfutabile una sola verità, la mia innocenza". Appresa la notizia della morte, Furchì in tribunale ha detto di essere "dispiaciuto". Gianpaolo Zancan, l'avvocato di parte civile per i familiari di Alberto Musy, intanto ha affermato: "Adesso l'imputazione per Furchì dovrà cambiare: da tentato omicidio a omicidio volontario premeditato. Un reato punito con l'ergastolo".