L'attore in una lettera dice che la Santa Sede gli ha vietato l'uso dell'Auditorium della Conciliazione per portare in scena un'opera della sua defunta moglie
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Dario Fo si scaglia contro il Vaticano, accusando la Santa Sede di aver censurato il suo spettacolo sul testo della moglie, Franca Rame, recentemente scomparsa. "Non ci autorizzano - ha dichiarato il premio Nobel - a rappresentare il testo di Franca" all'Auditorium Conciliazione. "Hanno dichiarato: niente palcoscenico per Dario Fo e Franca Rame", continua Fo, parlando di censura che spegne la "gioia che Papa Francesco ci sta regalando".
Lo spettacolo che il premio Nobel vorrebbe portare in scena è tratto dal libro scritto da Franca Rame, "In fuga dal Senato". "Un'opera che racchiude un'esperienza di vita e di azioni spesso contrastate perfino quando si trattava di carceri, di lotta alla droga, di opposizione alla guerra e ai massacri dietro i quali spesso si intravvedono chiaramente interessi giocati nell'affare e nel profitto", dice Fo.
La rappresentazione dell'opera dovrebbe partire la settimana prossima dall'Auditorium della Conciliazione di Genova. "Struttura nella quale - dice ancora Fo - abbiamo altre volte recitato, a cominciare da Mistero Buffo". E poi la dura accusa al Vaticano: "Oggi veniamo a sapere che la Santa Sede - proprietaria di quel locale - non ci autorizza a procedere con la rappresentazione del testo di Franca. Esplicitamente hanno dichiarato: "Niente palcoscenico per Dario Fo e Franca Rame".
"Come può una Chiesa - si chiede ancora l'attore - continuare con gli ostruzionismi da guerra fredda che in Italia abbiamo subito nell'ultimo mezzo secolo, ancora con la censura e il divieto? E ciò significa buttare un'ombra lunga e grigia sullo splendore e la gioia che Papa Francesco ci sta regalando".