L'uomo, danese, è accusato di aver approfittato sessualmente di alcune donne con problemi psichici alle quali faceva credere di avere poteri soprannaturali e alle quali ha sottratto anche somme di denaro
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Un uomo danese che si spacciava per santone è stato arrestato dai carabinieri, a Milano, per violenza sessuale, lesioni e circonvenzione d'incapace. E' accusato di aver approfittato sessualmente di 2 donne alle quali faceva credere di avere poteri soprannaturali, e alle quali ha sottratto con questa minaccia somme di denaro. Per farlo si avvaleva dell'aiuto di altre 2 donne, a loro volta convinte dei poteri taumaturgici del finto guaritore.
Sesso in cambio di guarigioni - L'uomo, un operaio cinquantenne diceva alle sue vittime che dovevano avere rapporti sessuali con lui se volevano guarire. Dall'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e dal pm Luca Gaglio emerge poi che il sedicente santone diceva di parlare ed agire a nome di santi e personalità della Chiesa e puntava anche all'eredità delle vittime.
Abusi su donne con problemi psichici - Le indagini degli inquirenti hanno accertato che anche altre donne, tutte con problemi personali o anche di natura psichica (almeno altre quattro in tutto), sarebbero cadute nella rete del finto santone. Anche se su un paio di loro gli inquirenti stanno ancora facendo accertamenti perché potrebbero avere avuto il doppio ruolo di vittime e carnefici, ossia potrebbero aver invitato altre donne, tramite passaparola, ad avere rapporti sessuali con l'uomo rendendosi dunque complici.
Estorceva anche somme di denaro - L'arrestato, nelle sue farneticazioni, avrebbe anche detto a volte di agire per conto di "San Francesco, Padre Pio, Gesù e Papa Wojtyla". Avrebbe ottenuto dalle donne anche soldi, qualche migliaio di euro: in un caso ne avrebbe chiesti 4mila e in un altro addirittura avrebbe richiesto un lascito testamentario.
La denuncia della sorella di una vittima - Le indagini sono nate dalla denuncia della sorella di una vittima che avrebbe anche fatto da "agente-provocatore", ossia sarebbe andata dal santone fingendosi attratta dai suoi metodi e poi sarebbe andata a raccontare tutto agli inquirenti. Le violenze avvenivano a casa di una delle vittime-complici. Agli atti dell'inchiesta intercettazioni, esiti di pedinamenti e testimonianze a verbale.