Beffa amara per un'anziana di Agrigento: tra acconti, saldi e addizionali a novembre dovrà fare a meno della sua entrata di 500 euro
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La pensione? Non è minima, è zero, per una 87enne siciliana di Ribera (Agrigento). Così dice il cedolino intestato alla signora a fine ottobre: il documento dice che il lordo è di 572,45 euro: in un anno fa qualcosa di meno degli 8mila euro, soglia esentasse. Peccato che da questa somma, nell'ultimo pagamento, siano stati detratti saldi, acconti, addizionali, che hanno reso il valore di quell'assegno pari a zero.
L'incredibile storia è stata denunciata dall'associazione Sos Democrazia di Ribera. La pensione era quella che la signora si è vista recapitare qualche giorno fa, relativa al mese di novembre, come racconta il quotidiano "Il Giorno". Dal cedolino sono stati tolti i 18,5 euro di saldo Irpef, i 138,5 e 322,94 di acconti Irpef per 2012 e 2013, le addizionali regionali di 54,5, quelle comunali di 32,75 e, tanto per fare cifra tonda, qualche euro di interessi. Ecco dunque ottenuto il saldo finale, pari a zero.
Un altro erroraccio dell'Istituto nazionale di previdenza sociale ai danni dei già tartassati pensionati "minimi"? Questa volta pare di no, perché l'Inps ha fatto le veci del sostituto d'imposta incassandosi i soldi dovuti al Fisco in base alla presentazione del 730 da parte della signora di Ribera.
Evidentemente, visto che sono state applicate imposte per poco più di 500 euro, l'anziana ha anche qualche altro reddito oltre alla pensione. E all'Inps e spiegano che bisognava regolare i conti con le tasse. Non si tratta però di previdenza, quindi non è possibile applicare il pagamento a rate. Un altro caso di norme che certo non danno una mano a chi già si deve arrangiare con un assegno di poco più di 500 euro al mese. Alla signora, a novembre, viene tolto persino questo già minimo diritto.