Nell'ambito degli accertamenti della Guardia di finanza sono emersi elementi che fanno supporre un giro di transazioni gonfiate attraverso schermi societari fittizi
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Sono cinque gli indagati per la presunta maxi frode da 900 milioni di euro della Erg. Tra questi ci sono il vicepresidente esecutivo di Erg Alessandro Garrone e il firmatario della dichiarazione dei redditi per il 2010, l'a.d. Luca Bettonte. I pm contestano loro il reato di frode fiscale. Secondo la Procura infatti avevano costruito un giro di transazioni gonfiate attraverso schermi societari fittizi al solo fine di aumentare le dimensioni dei costi e abbattere il relativo imponibile.
L'accusa di frode fiscale - Nel decreto di perquisizione si sottolinea l'inesistenza della struttura societaria che ha emesso le fatture. Si afferma inoltre che i documenti contabili delle transazioni, individuati dagli accertamenti delle Fiamme gialle e indicati in una relazione di settembre, furono poi utilizzati nelle dichiarazioni dei redditi. Le fatture sarebbero state emesse da una ditta con sede nelle Bermuda riconducibile a Total-Erg.
Gli indagati - Nell'inchiesta è indagato il vicepresidente esecutivo e presidente del consiglio di amministrazione di Erg Alessandro Garrone, secondo quanto riferito da fonti giudiziarie. Con Garrone è indagato anche Luca Bettonte, attuale a.d. di Erg, firmatario della dichiarazione dei redditi della società petrolifera nel 2012, ed altre tre persone. I militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma stanno eseguendo una serie di perquisizioni negli uffici di Total-Erg a Roma, Milano e Genova. Il titolo Erg, in una borsa che cede circa l'1%, dopo la notizia è ora in asta in volatilità con un ultimo prezzo a 8,6450 euro in calo del 10,41%. L'azienda non ha voluto commentare la notizia.