La rivelazione al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Il pentito fa riferimento alla stagione degli attentati e ai contatti con i mafiosi di cui le istituzioni "erano a conoscenza"
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"La sinistra, a cominciare dall'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, ma tutto il governo, in quel momento storico, sapeva quello che era avvenuto in Sicilia: gli attentati del '93, il contatto con Riina. Sapevano tutto". E' la clamorosa rivelazione fatta dal pentito Giovanni Brusca al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Brusca ricorda poi che anche i servizi segreti, pur sapendo, con le stragi "non c'entravano niente".
"Che la sinistra sapeva lo dissi a Vittorio Mangano - ricorda ancora Brusca - quando lo incontrai. Mangano comprese e con questo bagaglio di conoscenze andò da Dell'Utri". "Il nostro messaggio era diretto a Berlusconi ma Mangano incontrò solo Dell'Utri", aggiunge Brusca spiegando che, all'epoca, Cosa nostra cercava di agganciare un nuovo soggetto politico.
"Dopo avere ripreso i rapporti con Dell'Utri - continua - Mangano mi disse che avrebbe dovuto incontrare direttamente Berlusconi che doveva venire a Palermo per un comizio. Si sarebbero dovuti vedere nello scantinato di un ristorante sulla circonvallazione, ma non so se l'incontro ci fu".