cronaca

Satanisti, Sapone: "Non ricordo"

Nessuna rivelazione da teste più atteso

09 Giu 2004 - 08:19

E' durato meno di mezz'ora l'interrogatorio più atteso nella vicenda degli omicidi a sfondo satanico del varesotto, quello di Nicola Sapone, indicato come il capo della setta. Sapone prima ha negato tutto, quindi si è trincerato dietro una serie di "non ricordo, sono molto confuso, ho un buco nella memoria".Un'altro degli accusati, Andrea Volpe, aveva spiegato ai magistrati che le "Bestie di Satana" prendevano ordini da una setta di Torino.

L'interrogatorio di Sapone è stato sospeso e il detenuto riportato in carcere. "Il ragazzo è davvero molto confuso - ha detto l'avvocato Cramis - neppure io sono riuscita a fargli dire nulla questa mattina quando sono andata a trovarlo in carcere: chiederò subito una perizia psichiatrica". Parlando della morte di Fabio e Chiara, un altro satanista ha raccontato ch "quando li abbiamo spinti nella fossa erano ancora vivi. Così quando gli buttavamo addosso la terra li colpivamo con la vanga".

"Non si muore subito..."
Mario M. ha ancora negli occhi le immagini del duplice omicidio di Fabio e Chiara. E' tutto rimasto impresso nella sua memoria, sei anni dopo, come non fosse accaduro che ieri. "Non si muore subito. - racconta oggi agli inquirenti - E Fabio e Chiara quando erano stesi nella fossa facevano ancora quei gorgoglii, quei respiri. Come si chiamano? I rumori della morte, ecco. Li sentivo venir giù dal fosso, non finivano più. Poi mi sono inchinato, ho messo una mano sulla vena del collo di Fabio e ho capito che era tutto finito". Mario, ancora minorenne all'epoca dei fatti, è l'unico ad aver sin qui ammesso l'assassinio. Con lui c'era Andrea Volpe, il ragazzo arrestato per l'uccisione, insieme a Elisabetta Ballarin, di Mariangela Pezzotta. Davanti agli inquirenti Volpe ha sempre negato di aver ucciso Fabio e Chiara. Era lì nel bosco, ha raccontato giorni fa, ma nel momento dell'assassinio si era allontanato momentaneamente. Diversa la versione di Mario M.: "Vidi la fossa già pronta, non ne sapevo nulla. Chiara mi accoltellò al polso, la spinsi. Vidi Volpe che aveva preso Fabio da dietro, gli aveva passato il braccio intorno al collo e con l'altra mano lo accoltellava al petto. Mi gridò: prendi il martello. Prendi il martello! Presi il mazzuolo e colpii Fabio due volte: una alla fronte e una, quando era già caduto, alla nuca...".

Le indagini sulla "Setta X"
Dall'ennesimo interrogatorio di Volpe è arrivata una prima conferma ai sospetti degli investigatori, che ciò dietro le "Bestie di Satana" ci fosse qualcun altro. E infatti il giovane lombardo ha raccontato che il suo gruppo prendeva ordini da una setta piemontese, che ha chiamato "X". Già in precedenza, infatti, era spuntato il nome di Paolo, "il figlio primogenito del diavolo", del quale, però, ancora non si sa quasi nulla. Sarebbe parente di uno degli arrestati, vivrebbe in Piemonte, a Torino, e da lì avrebbe comandato, insieme ad altri pochissimi iniziati, le "Bestie di Satana". Gli adepti, secondo quanto trapela, sarebbero convocati per progettare i "sacrifici" al castello di Melegnano. Ma anche in altre regioni, fino a Roma. Non si sa altro, se non che dal "terzo livello" arrivavano gli ordini e i soldi. E che, continuano a ripetere i ragazzi arrestati, vi farebbero parte persone insospettabili, padri di famiglia, uomini importanti. Il cerchio, intanto, si allarga a macchia d'olio. Dalla Lombardia a tutta l'Italia.

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