Milano, dalle intercettazioni egiziano
L'obiettivo di Hamed Sayed Osman Rabei, Mohammed l'egiziano, considerato il regista delle stragi di Madrid, erano Parigi e il suo metrò. E' quanto emerge dalle telefonate intercettate dalla Digos tra lui e Mounrad, l'altro islamico arrestato che si trovava in Belgio. Rabei chiede informazioni sulla città e sulla metropolitana, in particolare vuole avere delucidazioni sui controlli e sulle ispezioni. L'attentato era previsto fra una quindicina di giorni.
"La situazione si sta stringendo - dice Rabei al suo interlocutore -, è in mutamento. Mohammed dovrà andare a prendere qualcosa ... 145 euro sono pronti se Dio vuole. Li dovrà portare il fratello algerino e in parte Mohammed". Per gli investigatori i 145 euro naturalmente non sono soldi ma un codice che potrebbe riferirsi a esplosivi o inneschi. Mounrad allora risponde a Rabei: "E' tutto a posto. Anche Mohammed è pronto al martirio". La nota dei detective della Digos, si legge nel decreto di fermo, è chiara e inquietante: "e cioè l'esecuzione di un'operazione suicida".
Rabei dà istruzioni al contatto belga Mounrad di incontrarsi a Parigi con Mohammed, di dargli tutto il necessario come le "mappature", i nomi e i telefoni. "Entro 20 giorni in Francia, ci vediamo in Francia, io dopo 15 giorni ho preparato le mie cose". Mounrad dice a Rabei: "Sceicco lui è già pronto per andare nel posto indicato (Parigi secondo gli inquirenti)... il programma sta procedendo bene. I controlli sono severi".
E' il 24 maggio e secondo i detective è chiaro che dal Belgio qualcuno partirà per un paese che non viene menzionato (anche se poco prima si parla della Francia, ndr), ma è significativamente chiaro che intende compiere un'azione suicida. "Figli di cani, vediamo qual è il modo di farli tornare nel luogo di Dio... Meno male che ci siamo salvati da loro. Ci sono cose molto importanti in via di organizzazione".
Egiziano: "Sposare donne cristiane per i documenti"
In un'altra telefonata Rabei spiega a un suo discepolo come l'organizzazione può e deve muoversi: "Sappi che noi siamo emigranti di Dio per il jihad, noi crediamo in Dio nel profeta Mohammed perciò tutto è permesso persino sposarsi con donne cristiane perché i documenti servono, dobbiamo essere dappertutto".
Hamed Sayed Osman Rabei elenca anche i paesi dove l'organizzazione è presente: "Stiamo dominando dappertutto in Germania, Olanda e a Londra con la nostra presenza". E poi Rabei mette in guardia il futuro kamikaze, il giovane palestinese ora in carcere con lui a San Vittore, perché il centro di cultura islamica di viale Jenner a Milano "è bruciato", cioè sotto controllo.