Per le organizzatrici della manifestazione, "il processo è stato fatto alla ragazza e alla sua vita". L'ex imputato: "Noi giudicati sui fatti"
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"La libertà è la nostra fortezza": questo il titolo della manifestazione organizzata per martedì 28 luglio alla Fortezza da Basso a Firenze, contro la sentenza di appello che ha visto assolvere sei giovani accusati di aver violentato, proprio alla Fortezza, una studentessa nel 2008. Per le organizzatrici inaccettabili sarebbero le motivazioni della sentenza: "Il processo è stato fatto alla ragazza e alla sua vita", spiegano infatti.
E sempre inaccettabile appare il mancato ricorso in Cassazione della procura: "Vogliamo capire perché la procura generale non ha fatto ricorso facendo scadere i termini. Riaffermiamo la nostra libertà: siano processati i violenti e non le vittime".
La sentenza, lamenta Marisa Nicchi, deputata di Sel, "sembra scritta con motivazioni di altri tempi, sembra di essere tornati ai tempi del Circeo quando ci volle una battaglia culturale per quello stupro".
Ex imputato: "Frasi estrapolate, noi assolti sui fatti" - Di tutt'altro avviso uno dei ragazzi assolti dall'accusa di aver stuprato la ragazza: "I motivi della mia e nostra assoluzione non sono legati a giudizi di tipo moralistico o tanto meno all'abbigliamento - ha spiegato Leonardo Victorion -. Purtroppo sono state estrapolate alcune frasi della sentenza e inserite in un contesto totalmente diverso permettendo così di farne una facile strumentalizzazione. La verità è che siamo stati assolti perché le dichiarazioni della nostra accusatrice sono state totalmente smentite dai fatti, dai referti, dalle perizie e testimonianze. Basta leggere la sentenza che per nostra iniziativa e' stata fatta circolare in rete".