La polizia ha arrestato 14 sudamericani
Erano veri e propri professionisti i 14 ladri finiti in manette a Milano, in seguito a una complessa operazione della polizia. Come acrobati si calavano dai tetti, studiavano le mosse delle loro vittime e, approfittando delle uscite a cena o dei weekend in montagna, facevano razzia nelle loro case. Per andare a segno avevano suddiviso ruoli e mansioni: alle donne spettava il compito di custodire la refurtiva.
Avevano creato un'efficiente associazione a delinquere. I ladri erano per lo più sudamericani, cileni e peruviani; italiani, invece, i ricettatori. C'erano poi basisti e fiancheggiatori. Un ruolo strategico era affidato alla donne: secondo l'accusa, toccava a loro nascondere il bottino ogni volta che le Forze dell'ordine arrestavano uno dei componenti della banda.
Ogni colpo era studiato con "precisione maniacale". L'obiettivo era analizzato per settimane e seguito in tutti i suoi spostamenti. I "topi d'appartamento" entravano in azione nei giorni festivi, quando i proprietari si assentavano per una cena o un weekend. Con scale di corda entravano in casa e, armati di fiamma ossidrica, grimaldelli, piedi di porco e flessibili riuscivano a vincere le casseforti più resistenti.
Le 14 persone finite in carcere sono i responsabili "dei più clamorosi furti in appartamento compiuti negli ultimi mesi". Sono state compiute anche 23 perquisizioni. L' "ingente" quantità di refurtiva recuperata (preziosi, oggetti d'arte e televisori) verranno esposti da martedì a sabato negli uffici del Commissariato centro di Milano (Piazza San Sepolcro, 9), a disposizione delle vittime dei furti.