Continua la polemica

Striscioni ad Ascoli Piceno contro la fornaia antifascista, lei: "Non ho paura, vengo da una famiglia di partigiani" | Schlein: "Inaccettabili"

Lorenza Roiati, titolare del panificio "L'assalto ai forni", è stata visitata due volte dalle forze dell'ordine dopo aver esposto un lenzuolo nel suo negozio con la scritta: "25 Aprile buono come il pane, bello come l'antifascismo"

28 Apr 2025 - 00:01

Prima i controlli delle forze dell'ordine, poi gli striscioni di minacce e insulti che inneggiano persino ai forni crematori. E' diventato un caso nazionale quanto avvenuto il 25 Aprile ad Ascoli Piceno quando agenti della Questura prima e della Polizia locale poi hanno controllato il locale di Lorenza Roiati, imprenditrice de 'L'Assalto ai forni' che aveva esposto sul suo palazzo e la sua panetteria uno striscione antifascista, come fa ogni anno, con la scritta: "25 Aprile buono come il pane, bello come l'antifascismo"

Gli striscioni contro la fornaia

 La denuncia dell'imprenditrice, diventata subito virale sui social, ha provocato lo sdegno del centro sinistra. Alla valanga di solidarietà che ha travolto la fornaia hanno risposto frange di destra che nottetempo hanno affisso due inequivocabili striscioni in città. Uno dal contenuto macabro "ai forni" e, il secondo di insulti, "Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore". "Non sono preoccupata per gli striscioni vigliaccamente appesi di notte come è nello stile dei fascisti - ha detto Roiati - ma sono preoccupata per il clima che si sta diffondendo oggi: gli antifascisti fermati per un nonnulla, i fascisti con il braccio tesa la franno franca. Non ho paura perchè sono cresciuta con i racconti di nonno e zio erano due partigiani che hanno combattuto contro i fascisti veri".

© Ansa

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Schlein: "Insulti fascisti inaccettabili"

 "A Lorenza Roiati tutta la mia personale solidarietà e quella del Partito Democratico - è il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein -. Quegli striscioni intimidatori e fascisti non sono solo un insulto a lei, ma a tutte e tutti coloro che si riconoscono nei principi antifascisti della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza. Con la stessa meticolosità con cui nella giornata del 25 aprile sono state chieste le generalità di Lorenza per ben due volte, auspico che si accertino i responsabili di questi insulti fascisti inaccettabili", aggiunge Schlein.

La polemica - Roiti, conosciuta a livello internazionale per i suoi prodotti, attende ogni anno la ricorrenza della Liberazione e appende fuori dal suo panificio uno striscione con su scritto: "25 Aprile buono come il pane bello come l'antifascismo". Questa volta, però, non è andata come sempre: lei stessa ha denunciato, telecamera alla mano, di essere stata visitata per due volte dalle forze dell'ordine per "accertamenti" e di essere stata chiamata a identificarsi. Il fatto ha suscitato un'ondata di indignazione e di solidarietà. A partire dalla senatrice di Avs Ilaria Cucchi che ha annunciato un'interrogazione al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

Sulla polemica è subito intervenuto il questore di Ascoli Piceno, Aldo Fusco, e ha chiarito che l'intervento della polizia "è stato solo di osservazione e controllo del territorio. Era uno striscione normalissimo, collegato all'iniziativa della giornata. Non costituiva motivo di intervento", ha spiegato e ha confermato che non vi è stata alcuna iniziativa repressiva da parte della polizia di Stato. La dirigente della polizia municipale Patrizia Celani ha assicurato che si è trattato di un "normale controllo amministrativo. Nessuna sanzione è stata elevata, né è stato richiesto di rimuovere lo striscione".

La polemica è continuata, specialmente dopo gli striscioni apparsi in città contro la fornaia. Sul caso è intervenuto anche l'eurodeputato e candidato alla guida della Regione Marche, Matteo Ricci, che ha parlato di "identificazione vergognosa" fatta dalle forze dell'ordine "frutto di un clima e di una direttiva provocatoria che è stata fatta" laddove si era chiesto "di festeggiare il 25 aprile con sobrietà", questo sebbene la questura avesse subito precisato che "non è stata effettuata nessuna identificazione formale". 

Per quanto riguarda gli striscioni, il sindaco di Ascoli Piceno di Fratelli d'Italia, Marco Fioravanti, in un video diffuso sui social ha assicurato che l'amministrazione comunale "prende le distanze e condanna fermamente i vergognosi striscioni apparsi in città". Ha però voluto difendere le forze dell'ordine "che hanno subito una violenta aggressione social solo per aver fatto il proprio lavoro", hanno cioè "semplicemente controllato il contenuto di un cartello messo su una piazza pubblica" e una volta "registrato che il contenuto fosse legittimo e non offensivo, non ne hanno ordinato la rimozione e hanno continuato a lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini".

Il primo cittadino ha attaccato poi apertamente Matteo Ricci, ad Ascoli per solidarizzare con la titolare della panetteria. Lo ha infatti accusato di "sciacallaggio politico", poiché non è "mai stato in questa città, ha dovuto mettere Ascoli Piceno su Google Maps visto che nemmeno dopo il sisma è venuto a portare la solidarietà ai terremotati" ma "ha strumentalizzato ragazze e ragazzi liberi, che difendevano i propri ideali e i propri valori, interrompendo anche il lutto nazionale nella giornata del funerale del nostro Sommo Pontefice".

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