Parte la sperimentazione nel capoluogo ligure ma altre città d'Italia hanno già provato questo servizio. Bimbi seguiti fino alle 23. Un'opzione meno costosa della baby sitter e c’è più socialità
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A Genova prende il via la sperimentazione dell'"Asilo di sera". A partire dal 14 febbraio l'asilo resta aperto anche dopo cena quantomeno all'Asilo Yo-yo. È quanto riporta Libero.
Uscite, locali, il pub sotto casa: miraggi. Cenette romantiche neanche a pensarci. Neogenitori trentenni (però l’età non conta) chiusi in casa coi cartoni di Peppa Pig e la smart-tv sempre in modalità “parent control”. I papà rinunciano al calcetto da mesi e per le mamme niente ape con le amiche: sembrano “ostaggi” delle piccole pesti (magari neanche lo sono, ma la situazione è la stessa per tutti) che monopolizzano il tempo e anche l’attenzione. Ci sarebbe l'opzione delle baby-sitter, ma costano molto. Menomale ci sono i nonni, ma non tutti li hanno. E se, invece, l’asilo restasse aperto anche dopo cena? È quanto accade nel capoluogo ligure.
Il progetto "Asilo di sera" è gratuito, è sostenuto dal Comune di Genova e della Fondazione Compagnia di San Paolo (che fino ad aprile si fa carico delle spese) ed è nato da un’idea di Stradanuova Teatro Centrale. Il progetto funziona in questo modo: cancelli aperti (su prenotazione, obbligatoria) dalle 19 alle 23; i bambini devono arrivare "già mangiati" (come fa notare il sito web) perché non sarà servito loro nessun pasto. Ogni serata ospita al massimo dieci piccoli che saranno seguiti dalle educatrici professioniste di una cooperativa chiamata Tagersmutter Arcobaleno.
Non si tratta del classico servizio di babysitteraggio perché i bimbi dai tre ai sei anni potranno stare insieme, giocare, relazionarsi e invece di passare ore davanti a uno schermo in attesa che mamma e papà tornino a casa. Al momento dell’iscrizione, i genitori dovranno far sapere dove hanno intenzione di trascorrere la serata “di libertà” (per poter partecipare al programma è necessario scegliere tra le opzioni e i locali in convenzione): se a guardare un film o al ristorante. Si tratta soprattutto di un’esigenza pratica, in caso di necessità i genitori devono essere rintracciabili.
"Ci siamo accorti", spiega Michele De Negri che è il referente di questo progetto per Stadanuova, "che molte coppie coi figli piccoli hanno progressivamente rinunciato a concedersi qualche ora solo per loro. Passare un paio di ore fuori la sera spesso comporta, oltre a un’organizzazione pratica, anche una spesa aggiuntiva che non tutti possono permettersi".
Serve staccare, come in tutte le cose. Serve riservarsi quell’angolino di tempo “per adulti tra adulti” tra l’ennesimo balletto di Babyshark e l'immancabile favola della buonanotte. Serve al punto che l'asilo di Genova non è l’unico a portare avanti quest'iniziativa: di progetti ed esperienze del genere, in Italia, ne sono sorti parecchi (alcuni anche molti anni fa, ad esempio all’asilo comunale "La farfalla magica" di Goito, in provincia di Mantova, le prime adesioni sono arrivate addirittura nel 2017).
Nella maggior parte dei casi, quasi sempre, sono asili nido che accolgono i piccolissimi (tra zero e tre anni) quelli che tengono aperto anche la sera e, ancora in maggioranza, è un servizio offerto soltanto nei fine settimana: gli orari cambiano a seconda della struttura difficilmente si superano le 23, raramente si anticipano le 19 e soprattutto, si tratta di gestioni affidate a cooperative ( gli asili invece possono essere sia pubblici che privati).
Monza, Siracusa, Salerno, Bergamo (ora anche Genova): le città hanno sperimentato questo modernissimo servizio sono molte. A Milano e nel Lecchese le due sedi della scuola Dadà sono disponibili "su richiesta" per il notturno o, una volta al mese, per il serale; al Folli folletti di Trieste (che già resta in attività ogni giorno fino alle 20) è garantito un accesso 24 ore; a Cesano Boscone, nell’hinterland meneghino, dall’anno scorso è attivo il piano “Stasera esco anche io” che offre la cena a trenta bimbi con meno di sei anni (il venerdì): in questo modo i loro genitori possano andare a mangiare fuori; a Cunardo, vicino a Varese, il progetto ha un nome diverso (“Mamma, papà, stasera esco”), ma il concetto è identico. Grandi città o piccoli comuni, l'asilo serale funziona dappertutto.