Un anno fa l’accusa di peculato per il padre avvocato: ora al figlio contestato per lo stesso reato. Secondo l'accusa l'attività andava avanti dal 2018
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Un anno fa era finito ai domiciliari un avvocato delegato del tribunale civile di Pavia coinvolto in un'inchiesta per peculato. Dodici mesi dopo lo stesso provvedimento è toccato al figlio, anch'egli avvocato. I due sono finiti al centro delle indagini della Guardia di Finanza di Pavia, chiamata a far luce sulle procedure esecutive delle aste giudiziarie. Secondo gli inquirenti, dal 2018 padre e figlio avrebbero sottratto in totale circa 300mila euro dai conti correnti legati alle attività delle aste giudiziarie. Quei soldi sarebbero poi finiti in piattaforme di gioco online.
Come detto l’inchiesta è proseguita dopo l’arresto del padre 75enne, accusato di aver prelevato indebitamente oltre 165mila euro dedicati alle procedure esecutive, portando alla luce nuovi episodi nei quali i due hanno adottato la medesima modalità illecita.
Secondo l’accusa i due avvocati, accedendo ai conti correnti delle procedure esecutive, procedevano ad appropriarsi delle somme versate dagli aggiudicatari delle aste, versandoli sui propri conti personali. Le somme venivano poi prelevate in contanti e usate su numerose piattaforme di gioco online e scommesse.
In aggiunta all’arresto, all'esito delle indagini condotte dai pubblici ministeri Chiara Giuiusa e Camilla Repetto, il Tribunale di Pavia ha disposto un nuovo sequestro. Al più giovane dei due avvocati ai domiciliari sono stati sequestrati oltre 144mila euro. Stessa misura per il padre, nei confronti del quale il sequestro preventivo è stato quantificato in 148mila euro.