Le dichiarazioni della giovane

Asti, la 19enne che ha confessato di aver ucciso il padre per difendere la madre: "Non avevo scelta, da allora non è facile andare avanti"

"Non c'è un solo giorno in cui non mi tormenti pensandoci", ha aggiunto

12 Ott 2024 - 11:05
 © Ansa

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"Quel giorno ho ucciso mio padre perché non avevo scelta e da allora non è per niente facile andare avanti. Svegliarsi e guardarsi allo specchio è diventato pesante, perché non puoi fare a meno di pensare: ma davvero ho fatto questa cosa? Non puoi più essere felice perché ti senti in colpa ogni secondo. Mi sento in colpa malgrado tutto quello che abbiamo dovuto vivere in quella casa". Lo ha detto al Corriere della Sera Makka Sulaev, la 19enne che ha confessato di aver ucciso il padre Akhyad, 50 anni, il 1° marzo 2024 a Nizza Monferrato (Asti). La ragazza ora si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico. Due giorni fa è iniziato il processo per omicidio volontario aggravato davanti alla Corte d'Assise di Alessandria.

Il racconto di Makka

 La ragazza ha dichiarato di aver "colpito con due pugni" il padre dopo che, secondo quanto riporta il Corriere, l'uomo avrebbe messo "le mani al collo" alla mamma. "Era la prima volta e non se l'aspettava, era sbalordito. È venuto verso di me, mi ha afferrata per i capelli e buttata per terra, mi ha presa a pugni. Mia madre tentava di allontanarlo da me. A quel punto ho preso il coltello", ha aggiunto la 19enne. Coltello che, sempre stando al quotidiano, Makka avrebbe comprato quel giorno e nascosto in camera sua perché "convinta che il padre avrebbe ucciso la madre". Su WhatsApp l'uomo avrebbe infatti giurato alla moglie: "Appena arrivi a casa ti stacco la testa". 

"Non c'è un solo giorno in cui non mi tormenti pensandoci"

 "Non c'è un solo giorno in cui non mi tormenti pensandoci. Ogni volta che chiudo gli occhi rivivo quel momento e mi chiedo: c'era un modo diverso per proteggere mamma senza arrivare a quella tragica fine? Mi sentivo persa, disperata, come se non ci fosse più una via d'uscita. Togliere la vita è qualcosa di irreparabile, qualcosa che non si può più cambiare e forse nemmeno perdonare. Non c'era amore tra noi, non c'era affetto, c'erano solo paura, violenza fisica e psicologica, ma uccidere... quello no, non è giustificabile; mi rendo conto e mi prendo tutte le responsabilità", ha proseguito la donna. 

"Sono pentita profondamente"

 "Sono pentita profondamente. E vorrei poter tornare indietro. So che il mio pentimento non potrà cambiare le cose né liberarmi dal peso che ho dentro e dal rimorso che provo. Credo che se non fosse andata così il giorno dopo i giornali avrebbero scritto dell'ennesimo femminicidio o magari di un duplice o triplice omicidio, e la nostra famiglia sarebbe comunque rimasta macchiata di sangue. Al posto mio oggi al processo ci sarebbe mio padre. Se ripenso a lui non riesco a vedere solo l'uomo che ci faceva soffrire, c'è una parte di me che ricorda anche altro. Ma soprattutto vedo un uomo che non c'è più, che io ho fatto sparire, e mi tormenta l'idea che magari quel giorno poteva esserci un'altra soluzione", ha concluso la ragazza.

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