Serviranno diverse operazioni costose per salvare quel che resta della gamba. I parenti in partenza per raggiungerlo
Non è finito il viatico sanitario per Matteo Mariotto, il 20enne di Parma attaccato da uno squalo in Australia che gli ha quasi staccato una gamba. Secondo il padre Michele: "Matteo sta meglio. Lo abbiamo appena visto in videochiamata. Sarà nuovamente operato venerdì". Per il giovane che ha quasi perso la vita servono cure costosissime e per questo gli amici hanno aperto una raccolta fondi per aiutarlo. Al momento Matteo è ricoverato nell'ospedale di Brisbane. Venerdì i suoi familiari partiranno per l'Australia.
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"E' lucido e sveglio - ha raccontato Michele Mariotto a Repubblica -. Avrà un altro piccolo intervento nei prossimi giorni. Speriamo sia possibile salvare il ginocchio sinistro. Ha ricevuto la visita del personale del Consolato italiano e anche loro hanno confermato di averlo trovato in buone condizioni. Gli starò vicino per il tempo necessario alle cure in Australia, credo servirà più di un mese, poi faremo ritorno in Italia e qui porteremo avanti tutto il possibile perché possa riprendersi". Il ragazzo ha già perso la gamba al di sotto del ginocchio a causa del morso dello squalo che lo ha azzannato mentre nuotava.
Gli amici di Matteo hanno aperto una raccolta fondi che ha già ottenuto qualche migliaio di euro di donazioni. "Matteo - si legge - avrà bisogno di sostegno e cure mediche molto costose, per tornare a vivere al meglio la sua vita da ventenne, e noi siamo decisi a impegnarci al massimo per aiutarlo. Per questo chiediamo a tutti voi, nel vostro piccolo, di aiutarci a raccogliere più fondi possibili per regalargli la miglior soluzione possibile".
"Venerdì erano le 16:30 e avevo appena saputo che mio nonno Giovanni era morto. Avevo bisogno di rilassarmi e ho pensato di fare un bagno non lontano dalla riva, anche perché c'erano delle altre persone in acqua. Ho messo la maschera col boccaglio ma non sarei andato di certo lontano; ho preso anche una piccola telecamera per riprendere i piccoli pesci ma dopo qualche passo nell'acqua, ho sentito una terribile fitta a un piede". "Dal piede in un secondo è arrivato a tutta la gamba e ha cominciato a trascinarmi al largo - continua -. Finché a un certo punto sono riuscito con le mani a prendergli la testa: ho cercato di allargare quella grande bocca e con fatica ho liberato la mia gamba, anche se dal ginocchio in giù capivo che non c'era più niente. Poi ho cominciato a nuotare verso la riva più veloce che potevo".
"Urlavo con la paura che lo squalo potesse raggiungermi e mangiarmi. Urlavo per chiedere aiuto al mio amico Tommaso, che era sulla spiaggia: è stato lui a salvarmi. Tommaso mi ha recuperato e mentre chiamava i soccorsi mi ha stretto la gamba ferita per fermare l'emorragia - ripete con gratitudine Matteo -. Finché non è arrivato l'elicottero: correndo, Tommaso mi ha portato in spalla fino alla barella. E l'elicottero mi ha portato subito via: all'ospedale di Brisbane, dove sono finito direttamente in sala operatoria per un primo intervento alla gamba". L'amico, Tommaso, è infermiere e istruttore subacqueo. Grazie a lui Matteo è vivo.