© Ansa | Il fiume Po in secca a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza
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In alcuni territori di Lombardia e Piemonte non piove da 110 giorni: i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più
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La situazione di siccità "è in peggioramento, in alcuni territori non piove da 110 giorni" e in decine di Comuni in Piemonte e Lombardia "sono già in azione le autobotti per l'approvvigionamento di acqua perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più". Così Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale del Fiume Po-ministero della transizione ecologica, dopo l'allarme già lanciato nei giorni scorsi dall'Osservatorio sulla siccità, che tornerà a riunirsi martedì 21 giugno.
Allarme soprattutto nella Bergamasca - La scorsa settimana Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, aveva fatto presente di aver chiesto ai sindaci di un centinaio di Comuni in Piemonte e di 25 in Lombardia, nella Bergamasca, sospensioni notturne dell'acqua, per rimpinguare i livelli dei serbatoi. Ebbene, in molti di questi le ordinanze ci sono già, sottolinea Berselli: "Il razionamento dell'acqua per uso idropotabile c'è già".
Allerta anche nel Ferrarese e in Romagna - Altro fronte che preoccupa è il Ferrarese e, in misura minore, la Romagna. "Nel Ferrarese, un bacino di circa 250mila persone, abbiamo chiesto di prelevare meno acqua possibile". Circa 300mila sono le persone che invece fanno capo ai potabilizzatori della Romagna, "al momento più fortunate perché l'acqua arriva dalla diga di Ridracoli che ha immagazzinato buone scorte in autunno".
© L'Ego-Hub
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E' mancata la neve sulle Alpi - Meno neve del previsto a causa delle scarse precipitazioni invernali e dell'aumento delle temperature: quella dei ghiacciai italiani è una lenta agonia. Le Alpi stanno infatti diventando sempre più povere di neve e verdi. Un processo in corso da circa 38 anni, come documentato dall'Università di Basilea, che ha utilizzato dati e immagini della più grande catena montuosa d'Europa rilevati dal 1984 al 2021 dalla costellazione dei satelliti per l'osservazione della Terra Landsat, di Nasa e Servizio geologico statunitense (Usgs).
La situazione nei ghiacciai - L'ultima conferma della situazione grave dei ghiacciai arriva dal Trentino, dove è stata misurata una quantità di neve compresa tra il 50% e il 60% del valore medio della serie storica e, a fine maggio, diverse fronti glaciali si presentavano già prive di copertura nevosa, con circa un mese di anticipo rispetto a quanto registrato negli ultimi vent'anni. Sul ghiacciaio della Marmolada la stima preliminare degli accumuli, pari a 714 mm, indica anomalie comprese tra -40% e -50% rispetto a condizioni normali. Sul ghiacciaio del Careser è invece stato stimato un equivalente d'acqua del manto nevoso pari a 495 mm, che corrisponde a meta' dell'accumulo mediamente misurato in questo periodo dell'anno. Sul vicino ghiacciaio de La Mare il dato di accumulo è risultato pari a 607 mm, del 40% inferiore rispetto alla media.
Non va meglio nel vicino Alto Adige: il direttore dell'Ufficio idrografico di Bolzano, Roberto Dinale, ha spiegato come sul Ghiacciaio di Malavalle in Val Ridanna, sul ghiacciao della Vedretta Lunga in Val Martello e sulle Vedrette di Ries occidentali in Valle Aurina, "la neve è alta in media circa due metri rispetto agli oltre tre della fine di una normale stagione invernale". Anche in valle d'Aosta, dove la Giunta regionale ha approvato monitoraggi con radar e droni, "la marcata anomalia" riscontrata attraverso rilevamenti su due ghiacciai pone "i presupposti per gravose perdite di massa glaciale nell'estate 2022". Sul ghiacciaio del Grand Etrèt, i guardaparco del Corpo di sorveglianza specializzato nel monitoraggio dei ghiacciai sono stati costretti a "un lungo avvicinamento a piedi con l'attrezzatura da sci-alpinismo sulle spalle, senza precedenti dall'anno 2000, e hanno potuto calzare gli sci con continuità solo oltre i 2.500 metri di quota". Inoltre l'accumulo di neve medio sul Gran Paradiso è risultato di 127 cm, valore più basso in assoluto della serie storica e inferiore di circa il 62% rispetto alla media del periodo 2000-2021 (331 cm).
Razionamento dell'acqua già in atto nel settore agricolo - Il razionamento c'è già anche in agricoltura, settore che è "scoppiato", aggiunge, "dove chiediamo di prelevare meno di quanto hanno bisogno, per consentire un deflusso minimo vitale di acqua", nonostante questo sia il periodo in cui ci sarebbe maggiore bisogno di acqua per portare a maturazione le colture. Siamo in una "tempesta perfetta, non si era mai visto un anno così: la neve sulle Alpi completamente sparita, ghiacciai in esaurimento, temperature più alte della media, scarse piogge, ventilazione calda che secca i suoli... Il Po - conclude Berselli - non aveva una portata così bassa da 70 anni, ma la verità è che la vedremo ancora più bassa".
© Getty
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