Le immagini che costituiscono fonte di prova per le violazioni non saranno più inviate al domicilio dell'intestatario del veicolo ma sarà possibile richiederle in caso di ricorso
Le multe prese con l'autovelox e i rispettivi verbali continueranno ad arrivare nelle case degli automobilisti ma senza più la foto del veicolo. Il decreto interministeriale (Trasporti e Interno) che regola gli apparecchi per rilevare le infrazioni stradali, atteso da quattordici anni, è ormai pronto e ha ricevuto il parere favorevole del Garante della Privacy, che ha concordato con Matteo Salvini paletti molto stretti per l'uso di questi strumenti.
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La novità più rilevante di questo decreto è data appunto dal fatto che le foto, che normalmente accompagnano la multa rilevata con autovelox, e che di fatto costituiscono fonte di prova per le violazioni al codice della strada, non dovranno più essere inviate al domicilio dell’intestatario del veicolo. Come riferito da Il Corriere della sera, la foto resterà comunque custodita dall'autorità che eleva la contravvenzione per il tempo strettamente necessario, e sarà a disposizione dell'automobilista che potrà richiederla in caso di ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. L'autorità che custodisce l'immagine dovrà garantire, in ogni caso, "che siano opportunamente oscurati o resi irriconoscibili soggetti terzi e targhe di eventuali altri veicoli ripresi".
Non sono stati pochi i casi di cronaca che raccontano di amori, matrimoni e affari falliti per le foto impertinenti dell'autovelox, arrivati a casa insieme ai verbali delle multe. Il Garante ha inoltre dato il via libera alle rilevazioni frontali dei veicoli con gli autovelox, ma solo con accorgimenti che oscurino automaticamente i volti delle persone a bordo. I dispositivi e i sistemi di ripresa, inoltre, pur potendo effettuare un continuo monitoraggio del traffico, ha stabilito il Garante, memorizzeranno le immagini solo in caso di infrazione.
Si attua così l'indicazione del ministro Salvini che ha definito gli autovelox come "trappole del Far West stradale", che non devono essere uno strumento "per fare cassa". Nel 2023, ha ricordato, i Comuni hanno incassato 1,5 miliardi di euro, il 6,5% in più dell'anno predente, ma nei Comuni sotto i 10mila abitanti si incassa il doppio di quattro anni fa. "Dobbiamo salvare le vite con la prevenzione e i controlli, ma anche salvare il portafoglio dei cittadini, liberandolo dall’anarchia degli autovelox", ha ribadito Salvini su YouTube. Via libera dunque alle telecamere nei luoghi più a rischio, "magari vicino alle scuole o agli ospedali, ma non sugli stradoni a doppia corsia, accese dalla sera alla mattina, al solo scopo di tassare e tartassare gli automobilisti", ha concluso.
Ma la stretta sull'autovelox non si limita alla questione foto recapitata a casa. Secondo le bozze del nuovo decreto dei ministri delle Infrastrutture e dell'Interno, infatti, questi strumenti non potranno essere piazzati a meno di un chilometro dai centri abitati o dove ci sia un limite di 50 km/h, né sui tratti delle strade extraurbane dove la velocità è ridotta di almeno 20 km/h rispetto alla norma. Potrebbero essere addirittura le Prefetture a indicare i tratti stradali sui quali poter piazzare gli strumenti. In ogni caso dovranno essere collocati seguendo un unico criterio, quello di garantire la sicurezza e la circolazione. E non, appunto, per fare cassa: più di una multa sullo stesso tratto di strada, entro un ristretto arco di tempo, per esempio, non si potrà fare.