La legale genovese Federica Tartara aveva chiesto il legittimo impedimento non potendosi spostare a Venezia
Al nono mese di gravidanza aveva chiesto un rinvio dell'udienza per legittimo impedimento ma la giudice del Tribunale di Venezia non glielo ha concesso. Così un'avvocata del Foro di Genova, Federica Tartara, ha presentato un esposto al Consiglio superiore della magistratura, chiedendo anche l'annullamento della sentenza sfavorevole.
"L'ho fatto per dare un segnale: certe cose non possono passare sotto silenzio. Avevo anche tutti i documenti in regola e avevo presentato tempestivamente il certificato medico per chiedere il rinvio. In 11 anni di professione non avevo mai visto nulla di simile. Già nell'udienza precedente avevo mandato un collega per poter chiedere un rinvio che non era già stato concesso. Mi è molto dispiaciuto per i miei clienti, per fortuna sono stati comprensivi vista la situazione. Sono dispiaciuta anche perché questo magistrato ha solo 3 anni meno di me, mi sarei aspettata una maggiore comprensione".
Eppure, ricorda l'avvocata Tartara, la legge prevede le adeguate tutele per le avvocate in gravidanza "È assolutamente incontestabile il diritto del difensore in stato di gravidanza di ottenere un rinvio dell’udienza per legittimo impedimento nei due mesi antecedenti il parto e nei tre mesi successivi, come recita lo stesso codice di procedura penale all’art. 420 ter comma 5 bis".
L'avvocata ha prima raccontato la vicenda in un post sui social e poi ha deciso di presentare un esposto al Consiglio superiore della magistratura. Il processo è stato comunque celebrato e ha portato alla condanna dei suoi due clienti a due anni di reclusione.
"Oggi è successa una cosa che ritengo gravissima per la mia professione: avevo udienza penale a Venezia e avendo il parto previsto tra circa tre settimane ho chiesto il rinvio per legittimo impedimento così come prescritto espressamente dal nostro codice di procedura penale per le donne in gravidanza", si legge nel post. "Il giudice (donna) - continua Tartara - non me lo ha concesso obbligando il collega che avevo delegato a discutere un processo di cui non conosceva gli atti e condannando gli imputati. Se un giudice non è più sottoposto neppure al codice dove finiremo? Una donna avvocato non ha neppure il diritto di evitarsi una gravosa trasferta alla 36esima settimana di gravidanza?".