La Procura di Roma ha chiuso l'inchiesta sul giro di prostituzione ai Parioli, ma quello che resta sono le parole di M. nel corso dell'incidente probatorio: "Non pensavo e fingevo di fare un lavoro normale"
© ansa
La Procura di Roma ha chiuso l'inchiesta sulle baby squillo dei Parioli, presto potrebbero esserci i primi sei indagati a giudizio. Ma quel che resta, intanto, sono le parole di M., la lucciola, oggi 15enne, coinvolta nel giro: "Svuotavo la testa e dicevo vabbeh, tanto è un'ora, poi è finito". "Pensavo di non pensarci", ha raccontato nel corso dell'incidente probatorio del febbraio scorso: M, all'epoca, era poco più di una bambina.
I verbali delle ragazzine tra voglia di soldi facili e rimorsi - Dalle indagini emerge che dietro la vicenda delle due ragazzine c'era il miraggio di un guadagno facile ma anche la paura di incontri sessuali con estranei. Le due baby prostitute vivevano una situazione di abbandono e solitudine che si delinea nei verbali dell'incidente probatorio. Un racconto lucido sulla decisione di prostituirsi. Ma anche un racconto sulle due famiglie, sulla scuola pochissimo frequentata, su servizi sociali inesistenti ("li ho incontrati solo una volta e ho parlato di mio fratello malato", dice la piu' piccola), sulla solitudine che porta ad individuare come unico "amico" lo sfruttatore ("Mirko era anche amico, ci dicevamo tutto, anche se avevamo un problema"). La scelta della prostituzione fatta più per inconsapevolezza ma non senza rimorsi o paure. E anche lo schifo dei clienti che la più piccola delle ragazzine durante l'incidente probatorio cataloga come "tutti deficienti". "Svuotavo la testa e dicevo 'tanto e' un'ora, poi e' finito. Non ero felice ma volevo l'indipendenza economica - racconta la piu' giovane delle due - Cercavo di mettermi nei panni di una persona che stava facendo un lavoro normale". La ragazzina ammette che le prime volte era molto impaurita. "Che gente mi capita? - si domandava - E se ti violentano? Poi piano piano ho capito che erano tutti deficienti". E racconta di avere imparato in quei momenti ad essere "un'altra".
Chiuse le indagini - Un romanzo amorale raccontato da un'inchiesta che ieri la Procura ha chiuso e che presto potrebbe portare i primi sei indagati a giudizio per reati che vanno dal favoreggiamento allo sfruttamento della prostituzione minorile, dalla cessione di stupefacenti alla diffusione e detenzione di materiale pedopornografico. Tra questi sei, Mirko Ieni (ritenuto dagli inquirenti il gestore del giro illecito) il militare Nunzio Pizzacalla, il commercialista Riccardo Sbarra e la madre di una delle due minorenni. Proseguono, intanto, gli accertamenti per identificare i clienti che avevano rapporti con le due minori. Alcuni di loro vorrebbero patteggiare la pena, per altri, invece, si profila il giudizio immediato.