Babysitter scomparsa a Milano: il condominio in cui viveva con il compagno in zona Bicocca
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Il 48enne Pablo Gonzalez Rivas avrebbe gettato il corpo in un corso d'acqua nel Milanese. Durante l'interrogatorio, è rimasto "sorpreso" dall'esistenza delle telecamere che l'hanno ripreso. La ricostruzione degli spostamenti e degli ultimi messaggi
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Jhoanna Nataly Quintanilla Valle, la donna di 40 anni di origini salvadoregne scomparsa a Milano da 14 giorni, sarebbe stata uccisa dal compagno Pablo Heriberto Gonzalez Rivas nel loro appartamento in zona Bicocca e fatta sparire spostando il corpo all'interno di un borsone da palestra a tarda notte. È l'accusa che la Procura di Milano muove al 48enne salvadoregno, fermato venerdì con l'ipotesi di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e il legame di convivenza. È indagato anche per l'occultamento di cadavere, ancora non ritrovato. Si ipotizza che il corpo sia stato fatto a pezzi e nascosto proprio all'interno del borsone, per poi essere scaricato in uno dei canali del Milanese. L'auto dell'uomo è stata infatti tracciata nel suo percorso tra Treviglio e Cassano d'Adda.
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Le pm Alessia Menegazzo e l'aggiunto Letizia Mannella hanno cbhiesto di disporre la custodia cautelare in carcere del 48enne, riconoscendo tutte le esigenze cautelari: rischio di inquinamento delle prove, pericolo di fuga per i legami con l'estero e reiterazione del reato. A mettere i carabinieri sulle tracce di Gonzalez sono state le numerose contraddizioni nei diversi racconti forniti in questi giorni e la denuncia tardiva di allontanamento volontario della donna, presentata una settimana dopo la scomparsa quando già le amiche e la dottoressa milanese datrice di lavoro, presso la quale Nataly lavorava come babysitter, si erano messe in allarme. Sotto la loro abitazione di Piazza dei Daini, nei pressi di viale Sarca, Gonzalez ha detto ai cronisti che "la settimana prima" dei fatti la fidanzata "parlava di cose senza senso, che se lei moriva nessuno l'avrebbe cercata". "Nell'ultimo mese - ha aggiunto - non era se stessa perché il suo permesso di soggiorno scadeva e io dovevo fare tutto. Qui è difficile trovare un datore di lavoro con un buon contratto". Agli inquirenti non risulta che la donna avesse un problema imminente con i documenti per restare in Italia.
Nei quattro giorni di indagine sono stati sentiti numerosi testimoni, in particolare amiche della 40enne che avrebbero escluso episodi di violenza e maltrattamenti nella storia della coppia o particolari difficoltà economiche. Sono stati messi sotto controllo i telefoni e analizzati i filmati delle telecamere di sorveglianza. Sarebbe proprio una di queste, puntata sul cortile interno del condominio che dà sui box, a incastrare Gonzalez.
Nataly arriva a piedi l'ultima volta alle 18:44 del 24 gennaio. Si ferma qualche minuto per parlare al telefono prima di fare ingresso nel monolocale dal compagno, che la sta aspettando. Da lì non uscirà mai più. Tra le 2 e le 3 di notte, le riprese mostrano l'uomo scendere nei box, entrare in casa con un borsone vuoto e sgonfio e poi uscire dall'appartamento con lo stesso borsone pieno e trascinato a fatica per dirigersi verso la propria auto. Nelle ore successive viene immortalato armeggiare fra la casa e le cantine. Poi al pomeriggio del 25 esce intorno alle 18:30 e si allontana per delle ore a bordo dell'auto. Gli spostamenti sono in fase di ricostruzione.
Manca ancora un movente, ma si indaga sulla presenza in El Salvador di una moglie, da cui Gonzalez dichiara di essere divorziato, e due figli. In precedenza si era ventilato che questa donna stesse per raggiungere l'Italia, ma la circostanza sembra essere smentita. La Procura ha disposto il sequestro dell'appartamento, dell'auto, di documenti ed effetti personali e tutti i dispositivi del 48enne.
L'ultimo messaggio inviato in una chat di WhatsApp dal cellulare di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle a quello di un'amica è delle 00:39 del 25 gennaio. Secondo gli inquirenti, potrebbe non averlo scritto lei ma il compagno, quando la 40enne era già morta. La donna, infatti, quella sera stava chattando con un'amica su questioni banali, ma quell'ultimo messaggio, per come è scritto rispetto agli altri, ha insospettito gli inquirenti. E ai due messaggi successivi dell'amica, che risultano letti dal destinatario, dallo smartphone della donna non sono più arrivate risposte. La babysitter salvadoregna parlava con le amiche nell'ultimo periodo di nuove opportunità e colloqui di lavoro e in una telefonata, prima di rientrare in casa nel tardo pomeriggio del 24 gennaio, aveva spiegato alla datrice di lavoro che per sbaglio aveva preso i guanti del bambino e che li avrebbe riportati il lunedì successivo.
Gonzalez, nell'interrogatorio davanti all'aggiunta Letizia Mannella e alla pm Alessia Menegazzo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. È rimasto muto e visibilmente sorpreso soprattutto quando gli è stato mostrato che nelle indagini erano state analizzate le telecamere di sorveglianza fuori dalla sua abitazione.
Intanto sono iniziate e andranno avanti anche nei prossimi giorni in alcuni canali e corsi d'acqua nel Milanese le ricerche del corpo di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle. Da quanto si è saputo, infatti, gli inquirenti, attraverso le analisi delle immagini col sistema del "conta targhe" e i tabulati telefonici, hanno ricostruito il percorso dell'uomo in auto nel pomeriggio del 25 gennaio da piazza dei Daini, dove si trova l'abitazione e da cui sarebbe uscito verso le 18:30, fino a Cassano d'Adda. Secondo l'ipotesi dei pm, Gonzalez avrebbe avuto nell'auto il borsone con dentro il corpo della donna e potrebbe averlo, poi, gettato o nel fiume Adda o nel canale Muzza. È proprio in queste zone che si concentrano le ricerche.