BUFERA SULLA PESCHERIA DI CASORIA

Balletti social con polpi e crostacei, TikTok banna la "pescivendola più bella d'Italia" per maltrattamenti agli animali

L'account è stato bloccato dopo la segnalazione delle Iene, andate a verificare con l'attivista per gli animali Enrico Rizzi. Il marito di Carmela Febbraro: "Davamo fastidio a qualcuno"

13 Dic 2024 - 10:26
 © Da video

© Da video

TikTok blocca l'account della "pescivendola più bella d'Italia", Carmela Febbraro, perché "maltratta gli animali", e il marito Luigi replica: "Evidentemente davamo fastidio a qualcuno. Mostravamo solo quello che vendiamo". Ad accusare la coppia, di Casoria (Napoli), sono arrivate prima le Iene e poi i carabinieri. 

Il servizio delle Iene

 Il servizio della troupe di Italia Uno risale a febbraio, quando nella pescheria era arrivato l'inviato Filippo Roma con l'attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi. L'intenzione, scrive Fanpage, era quella di verificare come venissero trattati i polpi, i gamberi e gli altri animali messi in vendita nella pescheria, con cui spesso marito e moglie improvvisano balletti e siparietti postati sui social in cui manipolavano e mettevano in mostra crostacei e molluschi. Era stato lo stesso titolare dell'attività,  il marito della pescivendola Luigi, a chiamare i carabinieri in quell'occasione, sostenendo che la troupe "non gli permetteva di svolgere regolarmente il suo lavoro". 

La segnalazione del difensore degli animali

 Da parte sua Rizzi, una volta chiuso il profilo TikTok della pescheria, ha commentato così sui social l'attività dei due pescivendoli: "Una coppia campana che da diversi mesi si divertiva su TikTok a promuovere la propria attività commerciale con balletti totalmente ridicoli, sfruttando, umiliando e maltrattando in maniera davvero disumana dei poveri animali vivi come se fossero degli oggetti e costringendoli a subire sevizie e ingiustificati patimenti in barba al codice penale, motivo per cui li ho già denunciati e chiesto alla Procura il sequestro preventivo della loro attività, dovrà trovarsi un modo più umano per guadagnarsi da vivere, senza prendersi gioco della vita di esseri viventi senzienti". Quella "indegna pagina", continua Rizzi, "contava oltre 10 milioni di like e, a seguito della mia segnalazione è stata chiusa perché violava le regole della community proprio sulla violenza agli animali. E non è ancora finita". 

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri