Residenti e turisti raccontano i momenti di panico causati dalla colata di fango venuta giù dalla montagna
A Bardonecchia (Torino) è stata una serata di grande paura quella vissuta domenica 13 agosto con l'esondazione causata da una frana in alta montagna. Lo racconta una testimone che abita a ridosso del rio, si tratta di Angela Camani, residente del condominio Mardouvine al numero civico 2 di via Papa Giovanni XXIII esattamente di fronte all'omonimo rio che ha inondando la strada di fango e detriti. "Alle 22 stavamo per uscire per andare a vedere i fuochi di artificio, quando abbiamo sentito un boato come una bomba - ha detto all'Ansa -. Eravamo sul balcone del secondo piano terrorizzati dal frastuono. Il balcone tremava. E tremava la casa. Abbiamo visto delle onde enormi dall'alto e vedevo scendere acqua a tutto spiano con grandi masso. Vedevo delle onde alte 7 metri".
"Ho avuto paura, tanta", ha aggiunto Angela. "La mia amica che vive sotto è salita su ed era terrorizzata - prosegue - perché ha anche un cane e un gatto e temeva di essere alluvionata". "Il ponte sotto della stazione si è intasato - conclude - e ha fatto da tappo. Tutte le pietre e i massi venivano giù e si bloccavano là sotto. Era successo altre volte che si fosse intasato. Quel ponte è sempre stato un problema ma una cosa del genere non era mai capitata e non l'ho mai vista in vita mia. E' da 30 anni che abbiamo la casa qui e ci veniamo in villeggiatura".
"C'è stato un boato fortissimo. Poi è arrivato il panico. C'era gente che scendeva lungo la strada e diceva di non salire. Altri che salivano e dicevano di non scendere. Siamo rimasti bloccati fino a quando non ci è arrivata la voce che più sopra, oltre il primo ponte, il percorso era agibile". A parlare sono Giorgio e Maria Cristina, una coppia che si è trovata a Bardonecchia (Torino) nel momento in cui sulla cittadina si è la colata di fango e detriti. "Ho sentito un boato - racconta una residente - e ho visto le betulle del giardino piegarsi. Credevo che fosse un temporale e ho pensato di togliere la biancheria che era stesa ad asciugare. Come se fosse un terremoto". "Siamo senza acqua - continua - e stiamo andando a procurarcela alle fontane armati di bottiglia".
"Acqua e luce dalle 21:39 di ieri sera non ci sono più. Noi ce ne andiamo. Eravamo qui da venerdì sera. La vacanza è finita". Lo racconta Filippo Lomonaco, studente di ingegneria del Politecnico di aTorino di 22 anni, mentre abbandona, con tre amici, uno degli appartamenti coinvolti dall'esondazione del rio Mardouvine a Bardonecchia. "Io credo che qui - spiega - essendo la zona bassa, sia una delle più colpite perché l'acqua si accumula di più, visto che il letto del fiume è basso. Noi siamo stati fortunati perché quando è successo eravamo chiusi in casa. Eravamo appena tornati da una partita a padel". "Ci siamo fatti la doccia - prosegue - e ci siamo spaventati, abbiamo sentito un boato e ci siamo preparati per evacuare. Per fortuna l'acqua non è mai entrata al primo piano. Abbiamo chiamato il 112 e ci hanno detto chiudetevi in casa, e così abbiamo fatto. Abbiamo incontrato un pompiere che è venuto qui davanti e ci ha detto di stare tranquilli".