Il dirigente scolastico di un istituto a Mercatino Conca si oppone al parroco, il coordinatore FI Marche scrive al ministro: "Chiediamo spiegazioni"
Il preside non fa entrare il parroco per la benedizione pasquale delle aule a scuola. È quanto accaduto in un istituto comprensivo della provincia di Pesaro Urbino dove il dirigente scolastico del "Raffaello Sanzio" Flavio Bosio non avrebbe autorizzato i parroci dei Comuni di Mercatino Conca, Monte Grimano Terme e Monte Cerignone a benedire la scuola in nome della difesa della laicità dell'istituto. Per questo il coordinatore regionale di Forza Italia Marche Francesco Battistoni presenta una interrogazione urgente al ministro Valditara "per avere spiegazioni in merito all'iniziativa".
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Nei giorni scorsi il parroco era andato a Mercatino Conca, ma non aveva potuto benedire le aule, nonostante l'intervento del sindaco. Dall'episodio non erano scaturite polemiche. Poi lo stesso diniego a Monte Grimano, dove il prete era andato accompagnato dal sindaco. "Non faccio entrare i riti della religione dentro la scuola - sarebbe la spiegazione offerta dal dirigente scolastico -, domani potrei ricevere la stessa richiesta da esponenti di altre religioni".
"Nonostante gli sforzi fatti dai sindaci per trovare un punto di incontro fra le diverse esigenze - osserva Battistoni - tale scelta ci lascia basiti, se non addirittura indignati perché si introduce un doppio binario di laicità e di rispetto dei diritti prevedendone maggiori per taluni e minori per altri. Se da un lato, infatti, si chiude una scuola nel Comune di Pioltello, dall'altro si impedisce a dei parroci di esercitare il loro ministero per non urtare le sensibilità di chi non si riconosce nei valori delle nostre tradizioni cristiano-cattolici o per promuovere una presunta integrazione fra studenti". "Al ministro Valditara - spiega l’esponente di Forza Italia - si chiede se ciò che è avvenuto nelle Marche sia in linea con i nostri principi costituzionali, se un corretto dialogo fra studenti e religioni si promuove annullando le nostre tradizioni in favore di altre, e se nella cancellazione di simboli e culture identitarie sta l'effettiva integrazione fra popoli o, se invece, promuovere azioni ideologiche e mortificanti di questo tipo non significhi rinnegare noi stessi e i nostri valori, annullandoli".