accusa di terrorismo

Andava in Siria a combattere per l'Isis: 19enne fermata all'aeroporto di Bergamo

La giovane, nata in Kenya e residente a Carugate (Milano), è stata bloccata il 30 novembre. Il fermo è stato convalidato dal gip che ha disposto il carcere

05 Dic 2024 - 15:21

Una 19enne, nata in Kenya e residente a Carugate (Milano), è stata fermata mentre, all'aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) si stava imbarcando per raggiungere la Siria e combattere con l'Isis. Per la giovane l'accusa è di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale: bloccata il 30 novembre, il fermo è stato convalidato ieri dal gip che ha disposto la custodia cautelare in carcere. Secondo gli inquirenti, la decisione della 19enne di partire è stata presa al termine di un "processo di radicalizzazione".

Indagini sui video online "dal contenuto radicale"

 L'indagine era scattata a ottobre grazie al "costante monitoraggio degli ambienti jihadisti radicali online". Un monitoraggio che, come spiegato dagli investigatori del pool antiterrorismo, "ha consentito di individuare un profilo social aperto di video sharing, nel quale venivano pubblicati, con crescente intensità, video di propaganda dal contenuto radicale in cui era ritratta una donna con indosso il niqab, successivamente identificata nella giovane kenyota".

La radicalizzazione religiosa della 19enne: "Odio contro l'Occidente"

 È poi emerso che la ragazza, che era stata anche ospite di "una Comunità di accoglienza e proveniente da un difficile contesto familiare", stava maturando un "rapido percorso di radicalizzazione ideologico-religioso sfociato, nell'ultimo periodo, nell'intenzione di raggiungere la Turchia per poi stanziarsi in zone occupate da formazioni jihadiste". Nell'ordinanza il giudice parla del "proselitismo e della mitizzazione dell'integralismo religioso" portata avanti dalla giovane, soprattutto su Instagram e TikTok", inneggiando sempre più agli "atti di violenza contro il mondo occidentale".

Contatti in Medioriente e biglietto per Istanbul

 La giovane avrebbe avuto "contatti" con "utenze telefoniche" in Medioriente, "riconducibili a soggetti che ne avrebbero favorito l'arrivo". Aveva già, stando alle indagini, "ripetutamente tentato di contattare le rappresentanze diplomatiche turche in Italia" e il suo piano nei giorni scorsi "ha avuto un'ulteriore accelerazione", quando, dopo aver "consultato più volte siti di voli per la Turchia, si è recata ripetutamente presso l'aeroporto di Malpensa" per ottenere "un biglietto di sola andata per Istanbul". Ci è riuscita, poi, "nel tardo pomeriggio del 29 novembre quando ha acquistato un volo in partenza da Orio al Serio" per il giorno dopo.

Il fermo all'imbarco bagagli al check-in dell'aeroporto

 Per questo è scattato il provvedimento di fermo e la ragazza è stata bloccata poco dopo aver "effettuato il check-in", quando stava imbarcando i bagagli. I primi riscontri sul telefono della ragazza, che si faceva chiamare "muhajirat", ossia "la migrante", hanno documentato che "oltre ad aver maturato interesse per l'utilizzo di armi da fuoco, era effettivamente in contatto con un uomo in Turchia che la attendeva all'arrivo".

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