Bergamo, sgominata la "banda dei Suv" grazie alla denuncia dell'ex calciatore Cristiano Doni
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Le indagini sono partite nel 2023 dopo il furto d'auto subito dall'ex capitano dell'Atalanta: due uomini in carcere per traffico di fuoristrada rubati
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L'ex calciatore dell'Atalanta Cristiano Doni manda in gol... i carabinieri. Il bomber nerazzurro, infatti, grazie alla denuncia per il furto del suo Range Rover, ha permesso di aprire un'indagine sul traffico di fuoristrada rubati che ha portato a sgominare nella Bergamasca "la banda dei Suv". Due 50enni sono finiti in carcere con l'accusa di furto aggravato in concorso. Entrambi sono residenti nella Bergamasca e noti alle forze dell'ordine. Uno, tra l'altro, è anche accusato di riciclaggio per aver falsificato il numero di telaio di una Mercedes oggetto di appropriazione indebita.
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Cristiano Doni aveva subito il furto della sua auto il 29 settembre del 2023 a Bergamo. L'ex capitano dell'Atalanta, nella denuncia, aveva spiegato di aver avuto sempre con sé il telecomando: è, dunque, risultato subito molto probabile agli investigatori che i ladri fossero in possesso di strumentazioni in grado di bypassare i sistemi di sicurezza dell'auto.
Marchingegni di alta tecnologia rinvenuti poi nel capannone in provincia di Lecco intercettato dalle forze dell'ordine, insieme ai Suv fatti sparire, che venivano successivamente modificati per essere esportati. I militari avrebbero trovato strumenti per la riprogrammazione delle centraline, targhe false e documenti alterati. L'accusa mossa ai due uomini è di furto di tre Land Rover Defender e l'appropriazione indebita di un quarto mezzo. Un business illegale, quello messo insieme dai due, che, secondo le prime stime, avrebbe fruttato decine di migliaia di euro.
I carabinieri della sezione Operativa della Compagnia di Bergamo hanno iniziato a indagare su una serie di furti di Suv avvenuti nel giro di alcuni mesi e portati a termine tutti con un modus operandi simile. Stando a quanto accertato dalle indagini, i due individuavano le auto da rubare e le seguivano per diversi chilometri fino a quando si presentava l'occasione giusta per entrare in azione. Usando uno strumento per bypassare i sistemi di sicurezza delle vetture e un rilevatore di frequenze, in pochi minuti riuscivano a portare via le auto.