Giampietro Belotti ora rischia una denuncia per il reato di apologia di fascismo. Stava protestando contro le "Sentinelle in piedi", l'associazione di cittadini che il 5 ottobre ha manifestato contro la legge anti-omofobia
"Nessuno ha pensato al finale del Grande Dittatore di Charlie Chaplin, al suo discorso all'umanità. In fondo io volevo lanciare un messaggio di pace". Lo afferma Giampietro Belotti, il 30enne fermato e portato via dalla Digos il 5 ottobre in piazza Sant'Anna, a Bergamo. Il ragazzo, vestito da finto nazista, stava inscenando una contro-protesta alle "Sentinelle in piedi", l'associazione di cittadini che stava manifestando contro la legge Scalfarotto sull'omofobia, per la difesa della famiglia e della libertà di espressione. E ora rischia una denuncia per apologia di fascismo.
Nei panni del nazista del "Grande dittatore" con in mano il "Mein Kampf" di Hitler e un cartello con scritto "I nazisti dell'Illinois stanno con le Sentinelle", voleva ridicolizzare con una parodia gli omofobi e invece è finito sull'auto della polizia e poi in Questura. "Mi hanno schedato, fatto le foto segnaletiche e preso le impronte. Mi hanno anche sequestrato il cartello. Dicono che è una prova di reato", racconta a "Bergamonews".
In realtà Belotti non era vestito da Hitler, come lui stesso ha spiegato, bensì interpretava Charlie Chaplin nella scena finale del suo grande film contro le discriminazioni. Interpretava un messaggio d'amore per protestare contro le "Sentinelle". "Se fossimo in un Paese normale non dovremmo avere a che fare con i deliri di questa gente", conclude.