Travolti in scooter da auto dopo una lite, morto anche il secondo ragazzo
© facebook | Matteo Ferrari
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I genitori del giovane, Matteo Ferrari, 18 anni, hanno dato il loro consenso per il prelievo degli organi
Dopo Luca Carissimi, è morto anche Matteo Ferrari, l'altro giovane travolto nella notte tra sabato e domenica, mentre era in scooter con l'amico, dall'auto guidata da Matteo Scapin, che li ha speronati dopo una lite in discoteca a Orio al Serio. Scapin è ora in cella per omicidio volontario. Le due vittime avevano 21 e 18 anni. I genitori di Ferrari hanno acconsentito al prelievo degli organi.
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Matteo era ricoverato in condizioni disperate per le ferite riportate nell'incidente di sabato notte costato la vita all'amico ventunenne, per il quale non c'è stato più nulla da fare subito dopo l'arrivo con l'ambulanza del 118 allo stesso ospedale di Bergamo. Tutti e due abitavano nello steso quartiere di Borgo Palazzo e l'altra sera erano usciti insieme per andare a ballare.
A travolgere i due amici, che erano in sella a uno scooter, è stato Matteo Scapin, un trentatreenne con il quale Luca e Matteo pare avessero avuto, poco prima, una lite in discoteca. All'uomo, ora in carcere, inizialmente è stato contestata l'accusa di omicidio stradale. Ma in seguito alla ricostruzione della dinamica da parte della polizia stradale di Bergamo e' mutata in omicidio volontario per aggravarsi nelle ultime ore in duplice omicidio volontario.
Poco prima dell'investimento, avvenuto tra Orio al Serio e Azzano San Paolo, tra il trentatreenne e i due giovani c'era stata dunque una lite all'interno della discoteca Setai, che si trova proprio a Orio al Serio, non distante dall'aeroporto. Poi i due si erano allontanati su una Vespa 125, mentre Scapin con la sua Mini li ha inseguiti. Poche centinaia di metri dopo, il drammatico scontro.
Alcune telecamere collocate sulla strada teatro della tragedia mostrerebbero la Mini che affianca la Vespa su cui viaggiavano Luca e Matteo. La ricostruzione di ciò che è accaduto alle prime luci dell'alba di domenica, erano le 4, ha ancora però qualche aspetto da chiarire.
È confermato che il litigio tra i ragazzi sia cominciato all'interno della discoteca e che tutto sarebbe iniziato per degli apprezzamenti da parte di Luca alla ragazza di Scapin. Un alterco continuato poi fuori dal locale e conclusosi tragicamente con l'inseguimento verso Azzano San Paolo e il presunto speronamento della Vespa. Non ancora chiaro il motivo per cui il lunotto posteriore della Mini fosse distrutto e chi lo abbia ridotto così.
L'automobilista è stato portato in carcere domenica sera dopo un ricovero in ospedale: era stato infatti colto da una crisi di nervi quando gli inquirenti gli hanno illustrato la sua situazione, dopo che si era costituito. E' ora a disposizione del pubblico ministero Raffaella Latorraca, titolare dell'inchiesta.
"Non credo ci sia dolore più grande di quello di un padre e di una madre che perdono tragicamente il proprio figlio, nulla di più straziante", scrive in un lungo post sui social dedicato alle due giovai vittime il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.
"Ho abbracciato i genitori di Luca Carissimi e di Matteo Ferrari, i due ragazzi di Borgo Palazzo - continua Gori - falciati sulla strada di Azzano. Non avevo parole, solo la carezza di un papà a padri e madri messi di fronte ad una prova più grande di loro, il desiderio di portare loro un poco di conforto, la vicinanza mia e di tutta la città. Perché quando succede una cosa così, quando si perdono due giovani vite per il più stupido dei motivi è tutta una città che piange, non solo due famiglie. E' tutta la città che si chiede come sia possibile, che cerca un senso di fronte ad una tragedia che devasta il cuore".
Gori nota però: "Non ho trovato rabbia negli occhi di questi genitori, e sì che sarebbe stata comprensibile, tanto meno desiderio di vendetta. Di giustizia - quella sì - ma forse ne avvertiamo più noi il bisogno, perché ci preme che una cosa così non debba più accadere, e serve per questo che le responsabilità non restino impunite".
© ansa-centimetri
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